lunedì, Dicembre 23, 2024
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Fine dei lavori prevista entro l’estate. Castellani: «L’obiettivo è la fruibilità tutto l’anno».
Spazi ampi, più posti letto e biblioteca per sostenere il turismo dell’Orto botanico

Il rifugio Novezzina cambia look

Lavori in corso al Rifugio Novezzina, che si rifà un look nuovo di zecca per offrire una miglior ricettività e spazi più ampi a chi si recherà lassù, anche attirato dal vicino Orto botanico del Baldo; che, a propria volta, era già stato valorizzato con interventi ai percorsi, ai sentieri e alle preziose piante che vi crescono (primo stralcio dell’opera). I nuovi lavori fanno parte del secondo stralcio di una generale riqualificazione e prevedono tra l’altro un nuovo edificio, che già sta sorgendo a fianco dell’ala Est del rifugio, quella che guarda cioè verso l’entrata interna dell’orto, con vista sull’osservatorio astronomico. Qui i lavori procedono veloci: sono già state gettate le fondazioni e si vedono i muri perimetrali del piano seminterrato.Spiega Cipriano Castellani, presidente della Comunità montana del Baldo, che cura l’intervento: «Questo è il secondo gradino di un progetto che in futuro ci permetterà di avviare a Novezzina anche una nuova serie di attività e attrazioni collaterali. Si potrà così fruire della struttura per 365 giorni l’anno». E precisa: «L’operazione globale prevede infatti un ulteriore terzo stralcio che ci permetterà di recuperare il baito della vicina Malga Novezza, trasformandolo in museo dell’alpeggio con isole didattiche multimediali che investiranno i cinque sensi».Gli interventi sono stati studiati in due blocchi. Il blocco «A» riguarda la struttura esistente i cui locali saranno ridistribuiti e il blocco «B» prevede quest’ampliamento ex novo che permetterà di guadagnare dieci posti letto, in vista di una crescita futura della ricettività. «Oggi il Rifugio Novezzina è classificato “Casa per ferie”, con possibilità massima di 35 posti letto, puntiamo a convertirlo in “rifugio escursionistico” con circa 50 posti letto», spiega Moreno Dal Borgo, responsabile dell’ufficio tecnico della Comunità montana del Baldo, che cura l’intervento.Ora si sta costruendo il cosiddetto blocco «B», che entro agosto dovrebbe essere concluso. «Il cantiere non interferirà con la normale gestione dell’orto e del rifugio, dove si inizierà a lavorare in un secondo tempo», assicura Castellani. Il blocco «B» sorgerà su tre livelli, piano seminterrato, piano terra (a livello dell’orto) e piano primo, ciascuno di un centinaio di metri quadri comunicanti tramite una rampa di scale. Nel seminterrato ci saranno un ricovero mezzi, il magazzino della cucina e la centrale termica. Il piano terra sarà suddiviso in sala ristorazione, nuova cucina con angolo bar e servizi igienici. Al primo piano altri bagni e due camerate (una da 7 e l’altra da 3 posti letto).Trasformazioni interne riguarderanno di conseguenza il blocco «A», quello già eistente. «Interesseranno soprattutto la cucina e la sala bar e ristorazione», spiegano dalla Comunità. «Al posto della cucina si ricaveranno una direzione e, nella sala da pranzo, un punto informazioni-biglietteria per la vendita degli ingressi all’orto». Nell’attuale sala ristorante ci sarà una saletta riunioni, una biblioteca con sala lettura, il punto vendita libri. Il servizi igienici saranno rinnovati.La sala conferenze sarà ampliata. I locali di studio resteranno invariati. L’attuale disposizione dei locali al primo piano del blocco «A» sarà modificata solo in una stanza dove si ricaveranno servizi comuni. La ditta ha 225 giorni per consegnare i lavori: «Sono circa sette mesi dall’inizio ma se la stagione continuerà a favorirci si potrebbe terminare anche prima», chiude Castellani. Questo stralcio prevede una spesa di 499 mila 774 euro: il 70 per cento è a carico della Regione (con fondi europei), 150 mila euro a carico del Comune di Ferrara di Monte Baldo, proprietario dell’immobile.Il primo stralcio, che ha previsto una spesa pure di circa 500 mila euro, è stato finanziato per il 70 per cento dalla Regione Veneto, 100 mila euro sono arrivati dalla fondazione Cariverona e 50 mila euro li ha messi sempre il Comune. Il terzo stralcio attende ancora un finanziamento.

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