martedì, Febbraio 4, 2025
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I lavori per il tracciato, largo due metri e mezzo e lungo sette chilometri di costa, stavano per essere avviati

Il Tar impone lo stopalla pista ciclopedonale

Un ricorso al Tar, il tribunale amministrativo regionale, blocca almeno per un anno l’iter per realizzare la pista ciclopedonale bidirezionale di Torri. È una doccia fredda, accolta con forte disappunto, la decisione del Tar di «accogliere la domanda di sospensione fino alla data della udienza di trattazione nel merito del ricorso». A fine del 2006 infatti sembrava imminente la concessione dell’appalto per la «messa in sicurezza della strada Gardesana e la costruzione di un lungolago a ridosso della spiaggia», come ha illustrato il sindaco, Giorgio Passionelli.In pratica l’amministrazione comunale, in settembre, avrebbe dato il via ai lavori del primo stralcio di un progetto che «riqualificherebbe il lungolago per circa sette chilometri e cambierebbe aspetto al paese», come avevano illustrato da palazzo municipale. I lavori avrebbero dovuto riguardare inizialmente la parte a Sud del Comune, poco oltre località Acque Fredde, e arrivare fino al bivio per il traghetto. «Una vera e propria strada larga circa due metri e mezzo», dice Passionelli, «realizzata tra la carreggiata in direzione Sud della Gardesana e le spiagge adiacenti, lungo tutto il territorio. In alcuni punti sono previsti anche piccoli slarghi con posti per le auto. Il più grande di questi è previsto in corrispondenza dell’albergo Benacus». Importante, fanno sapere dal Comune, è il fatto che «non è previsto alcun esproprio su terreni privati. L’intera pista verrebbe realizzata su territorio demaniale o su parte della gardesana, in gestione a Veneto Strade».E proprio grazie all’ente emanazione della Regione, al comune di Torri quest’opera, almeno nel primo stralcio, non dovrebbe costare quasi nulla. «A fronte di un impegno economico di circa un milione e 200 mila euro per il solo primo stralcio», ha prosegue il sindaco, «per il comune ci sarà solo l’onere di vigilare sulla esecuzione dei lavori e, successivamente, si ripartirà col secondo stralcio da località Baia Stanca sino a oltre Pai, in località Cottarella, sul confine col comune di Brenzone». L’opera completa costerebbe «poco meno di cinque milioni di euro, e la Regione aveva già previsto anche quasi un milione di euro per eseguire il secondo tratto».Ma per ora invece non se ne farà niente. Il Tar ha concesso la sospensiva «al ricorso di un privato che ha una seconda casa di fronte alla strada gardesana e che, nonostante tentativi di conciliazione che sembrava dovessero andare a buon fine, alla fine si è rivolto al tribunale», dice Passionelli. Il ricorso verte sulla trasformazione di un tratto di pochi metri di spiaggia a Sud di Torri, «su cui inizialmente la Sovrintendenza aveva dato parere negativo», dettaglia il sindaco. Nella ordinanza del Tar si legge che «l’articolato parere negativo della Sovrintendenza non pare superato dall’integrazione progettuale approvata dal Comune». In particolare, «la caratteristica spiaggetta naturale verrà ad essere sostituita con opere artificiali».«In pratica», dice Passionelli, «ci si è soffermati su un cavillo: un parere della Sovrintendenza, inizialmente negativo, è stato poi mutato ma è arrivato con qualche giorno di ritardo rispetto al dovuto». Così, «nonostante al privato non venisse espropriato né toccato nulla della sua proprietà, non possiamo mettere in sicurezza la strada, a beneficio di pedoni, cittadini e ciclisti».Per Torri, per ora, sfuma quindi la possibilità di avere «un vero lungolago, con illuminazione, pavimentazione in porfido e asfalto ecologico», dicono dal Comune. Il Tar ha fissato l’udienza di dibattimento per giugno 2008. Intanto però, di recente, vicino al tratto di spiaggia contesa, «è stata investita una bambina di pochi anni, dato che la strada non ha marciapiede in quel punto», fa notare il sindaco. «I costi dell’opera lieviteranno, non si potrà procedere col secondo stralcio, legato alla esecuzione del primo, e gli avvocati dovranno dirci se sia più conveniente ricorrere al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar, o riavviare l’iter di approvazione dell’opera da parte della Conferenza dei servizi».

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