C’è un piccolo tesoro di «vita rivana» – fatto di oltre novant’anni di passione, di imprese sportive più o meno titaniche, di attaccamento ad una bandiera – che rischiava di restarsene inoperoso a impolverarsi in quattro scaffali di uno stanzino comunale posto a palazzo Salvadori, sopra la boutique Danti. E’ l’archivio storico della Benacense, il cui alloggiamento semidimenticato è stato qualche tempo fa «rivelato» a Gianni Pellegrini, vicedirettore del Museo, da Elio Bresciani, che oltre ad occuparsi della sua bella bottega, è anche uno dei più appassionati «custodi» delle memorie cittadine.La «rivelazione» ha messo in moto la fantasia di Pellegrini, che nel giro di qualche giorno – complice l’immediata disponibilità del presidente della Benacense Stefano Arisi e di Federico Zucchelli (che dello stanzino custodiva le chiavi) – ha potuto dare un’occhiata all’archivio biancoverde.E’ un malloppo fatto di vecchie fotografie di atleti, di documenti, di manifesti e di materiale vario. Non si riferisce – ovvviamente – soltanto all’attività calcistica della Benacense, ma spazia negli altri sport di cui s’è occupato il glorio sodalizio: canottaggio, ciclismo, atletica e via dicendo.Arisi si è subito dichiarato pronto a metterlo a disposizione del Museo e così Pellegrini s’è affrettato ad inserire un programmino di «catalogazione» dell’archivio della Benacense (finito a palazzo Salvadori dopo alcuni traslochi: via Lipella, ex bar Livio, uffici sotto la tribuna del campo di viale Rovereto) nell’ambito del cosiddetto «progetto Dedalus». Saranno quindi gli studenti dell’Itc e del Liceo, coordinati dagli esperti del Museo e magari con la benevola collaborazione di qualche «nonno» rivano lesto a riconoscere i vecchi personaggi dello sport cittadino), a mettere ordine al materiale, nel corso della prossima estate.Ma non sarà un riordino fine a sè stesso. Il sogno segreto del Museo (ed anche di Arisi) è quello di preparare per il non lontano 2005 – anno del centenario della Benacense – una pubblicazione specifica sulla storia della società, magari accompagnata da una mostra dei «cimeli» più prestigiosi e interessanti.
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L'archivio storico, quasi dimenticato, sarà «catalogato»