I sindaci del Garda: «È psicosi, ci chiedono di uccidere tutti i volatili selvatici»Umberto Chincarini (Peschiera): «Ho verificato, gli animali acquatici stanno tutti benissimo» Pietro Meschi (Bardolino): «Necessario controllare la proliferazione delle anatre» Giorgio Passionelli (Torri): «Sto attendendo indicazioni dall’Ulss, creare il panico è inutile» La psicosi per uccelli e cigni migratori, possibili portatori del virus H5N1, sembra essere davvero contagiosa. I sindaci della sponda veronese del Garda si sono visti arrivare una diffida da Osvaldo Pettene, avvocato veronese, che li «invita ad adottare i provvedimenti urgenti a norma del regolamento di polizia veterinaria, che consentono di ridurre l’esposizione della popolazione al rischio di infezione aviaria, attraverso l’immediato e integrale abbattimento della aviofauna selvatica, quale potenziale veicolo della epidemia». L’avvocato veronese ha scritto ai sindaci di Torri, Garda, Bardolino, Lazise e Peschiera, quali responsabili della salute pubblica, chiedendo loro di far abbattere tutti gli uccelli acquatici, «poichè l’avifauna selvatica, migratoria o stanziale, può trasmettere l’infezione virale all’uomo». Replica Umberto Chincarini, sindaco di Peschiera: «Mi sembra una psicosi buffa, alla quale diamo il peso che si merita. Come si fa a immaginare una cosa del genere, ammazzare tutti gli uccelli acquatici? Ieri sono andato a fare una passeggiata fino a San Benedetto e gli uccelli stanno tutti benissimo ed il lago in questo periodo è pulitissimo». Dice Renzo Franceschini, sindaco di Lazise: «Tutti i Comuni hanno ricevuto una lettera del ministro Storace, dove vengono spiegate le misure da adottare. Non bado a cose assurde e ridicole». Commenta Pietro Meschi, sindaco di Bardolino: «Sarà anche provocatoria la lettera di questo avvocato, ma comunque segnala il problema del sovraffolamento di anatre sulle acque del lago; stanno creando uno squilibrio nell’ecosistema. Non c’entra niente l’influenza aviaria, ma vorrei richiamare l’attenzione della Provincia sull’opportunità di contenere il numero delle anatre». Tutta la fascia a lago da Garda a Pacengo è oasi faunistica protetta, per cui una «caccia all’anatra» generalizzata non sarebbe comunque possibile. Dice Davide Bendinelli, sindaco di Garda: «La considero una lettera da archiviare, c’è un ufficio preposto in Provincia per la salvaguardia di tutti gli animali, che si rivolga agli organismi competenti». Conclude Giorgio Passionelli, sindaco di Torri: «Ho girato la lettera all’Ulss; non è che ci possiamo inventare di abbattere animali perché ce lo dice un avvocato. Certo, bisogna stare all’erta, ma qui da noi non è mai successo niente e non possiamo creare il panico». Ma l’avvocato diffidatore fa sul serio o voleva solo lanciare una provocazione, incurante di una psicosi collettiva? «Psicotico io? Come tutti gli altri. Ce l’hanno fatta venire, la psicosi. Io sono di Verona e vado sul lago; se è vero che il virus può passare all’uomo dagli uccelli selvatici, perché li lasciamo a contatto con i turisti sul Garda?» Ma gli scienziati dicono che il pericolo di contagio non c’è. «Ora i cigni stanno benissimo», ammette l’avvocato, «ma se poi si trova qualcosa, cosa facciamo: mettiamo in quarantena i paesi del lago come è successo in Sicilia e Calabria?» Non esageriamo: è stato temporanemente posto in quarantena il centro ornitologico di Catania — nel senso che è stato bloccato il movimento di pennuti — dopo che vi erano stati esaminati sette cigni sospetti. «Certo è una misura brutta quella che propongo», insiste l’avvocato che sostiene l’abbattimento di tutti gli uccelli, «ma necessaria. Io da giovane sono stato iscritto ai verdi e ora sono tesserato di Italia Nostra. Sono amico degli animali, ma anche l’uomo è un animale da proteggere». E come eliminare, ammesso che fosse poi necessario, tutti gli animali possibili fonte di contagio? «È un’operazione che va organizzata, si stanno già facendo le catture per i controlli. Gli ambientalisti, leggevo, protestano per l’uccisione degli uccelli; penso che, prima che qualcuno di suo vada a tirare il collo a qualche cigno, è meglio si organizzino gli operatori competenti. Non sopporto le contraddizioni», conclude Pettene, «se c’è un alto rischio vengano messe in atto le azioni di prevenzione e cautela, altrimenti ci lascino in pace e non ci tormentino con paure per una possibile epidemia».
!
Nessun allarme nel Veronese, ma c’è chi ha persino diffidato i Comuni del lago: «Immediato e integrale abbattimento»