giovedì, Dicembre 19, 2024
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L’allarme di Roberta Bisoli, rappresentante dell’Adac e imprenditrice del settore. Sempre meno barche e presenze con cause chiare per gli operatori: «Crisi economica, leggi restrittive e stangata sulle tariffe demaniali»

Il turismo nautico sul Garda sta rischiando di affondare

Non basta la crisi economica che sta colpendo duro il settore nautico già da qualche anno (si è parlato, per il 2009, di un calo del 30%).Ora ci si mettono anche i rincari tariffari delle concessioni demaniali che, pur attenuati dalla decisione del Consorzio del Demanio di Salò di congelare per quest’anno l’indicizzazione Istat, faranno sentire effetti pesanti nella prossima stagione.E poi certe decisioni, come quella denunciata da Roberta Bisoli, rappresentante per il lago di Garda dell’Adac, la potente associazione tedesca con oltre 2 milioni di diportisti, che ha preso il comune di Garda già la scorsa estate (che si ripeterà anche nella prossima) nei confronti dei naviganti.L’ordinanza in questione vieta «la navigazione e l’ormeggio di natanti entro una fascia di 300 metri dalla riva» nell’incantevole baia di San Vigilio. A fine agosto scorso furono elevate decine di contravvenzioni. Se ne contarono 56 in un solo giorno: una «strage».«Ma è mai possibile penalizzare così i turisti – tuona Roberta Bisoli, la cui famiglia è titolare da oltre mezzo secolo del cantiere e rimessaggio -. Anziché incoraggiare il turismo non si fa che allontanarlo».A questo punto il discorso si sposta sulla situazione critica del settore. «Purtroppo calano le prenotazioni della clientela per custodire la barca nei rimessaggi, mentre altri diportisti hanno già portato via la propria barca. I motivi? Il caro-carburanti, le norme sempre più penalizzanti sulla navigazione, come ad esempio quella di Garda, le difficoltà – conclude Roberta Bisoli – a trovare ormeggi temporanei nei maggiori porti pubblici: credo si debba consentire ai turisti di spostarsi da una località all’altra in barca e di trovargli, con forme di pagamento, la possibilità di sostare».Insomma, i problemi di 30 anni fa: tali e quali.

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