Quasi due ore di dibattito con al centro il vino Bardolino. L’ex chiesa della Disciplina ha ospitato, per la settantanovesima edizione della Festa dell’Uva e del Vino, l’interessante rapporto commissionato dal Consorzio Tutela Vino Bardolino a «Dinamiche», una delle maggiori società di ricerche di mercato. Centocinquanta i ristoratori, metà a Verona e altrettanti sulla sponda veneta del Garda, sono stati intervistati telefonicamente dall’agenzia. Con risultati sorprendenti: un terzo dei titolari di esercizi ristorativi del Garda non conosce né commercializza alcuna tipologia di Bardolino.«È un mercato che dobbiamo conquistare», dice Giorgio Tommasi presidente del Consorzio Bardolino, dopo i saluti del sindaco Pietro Meschi, del sottosegretario Aldo Brancher e dell’assessore provinciale Luca Sebastiano. Presente anche Claudio Valente, per la Camera di commercio.Illustra, per «Dinamiche», Bruno Berni. Se a Verona, per esempio, la versione spumantizzata del Bardolino Chiaretto è ancora quasi sconosciuta, in riva al lago ha già conquistato il 7 per cento dei ristoranti, pur prodotta da poche aziende. Il Bardolino rosso si conferma richiesto al ristorante prevalentemente da uomini (media 50 anni), mentre sono soprattutto le donne a ordinare il Chiaretto. I ristoratori, invece, chiedono di legare il vino a percorsi turistico-culturali e promuoverlo in ristoranti e trattorie, rafforzando il legame vino-territorio.Analisi sviluppate in un talk show con Morello Pecchioli, curatore della pagina del «Gusto» dell’«Arena», Beppe Giuliano, direttore del wine magazine «Euposia», Leopoldo Ramponi, titolare del «Bersagliere» di Verona e presidente della sezione veronese dell’associazione italiana Maestri di Ristorazione e Ospitalità, e Gianni Veronesi, titolare del «Bue d’Oro» di Valeggio e segretario della locale associazione ristoratori. A moderare il dibattito il giornalista Angelo Peretti.
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Indagine per la Festa dell’uva