domenica, Dicembre 22, 2024
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Le statistiche del «Progetto Integra-Garda»: in aumento soprattutto la popolazione femminile e i bambini. Il paese più «straniero» del distretto? Tremosine con il 14,39 per cento

Immigrazione, largo alle donne

«Non è facile trovare casa, quando si accorgono che siamo stranieri non vogliono lasciarcela»; «A Soiano avevo già un’abitazione e un lavoro, poi la mia azienda si è trasferita a Lonato e io mio sono trasferito a Desenzano, grazie all’aiuto di una connazionale».Quelle appena citate sono due delle testimonianze della folta comunità straniera del Garda bresciano. Secondo i recenti dati emersi dall’indagine realizzata dal Progetto Integra-Garda, sono 9.252 gli stranieri residenti nei 20 Comuni del distretto 11, pari all’8,3% della popolazione complessiva. Il progetto Integra-Garda è un’iniziativa della Comunità Montana Parco Alto Garda Bresciano finanziata dalla legge 40. Si tratta di una serie di servizi mirati all’integrazione, quali punti di informazione, interventi di mediazione linguistica e culturale, consulenza etnoclinica.A raccogliere la maggiore percentuale di stranieri è Tremosine, pari al 14,39% della popolazione totale. Seguono i Comuni di Moniga e Limone con l’11,2% e quello di Sirmione con il 10,3%. All’ultimo posto Polpenazze (4,9%), Puegnago (4,5%) e Magasa (1,1%). Se si parla invece in termini assoluti, Desenzano è al primo posto con 2045 immigrati.La provenienza degli stranieri si presenta a forma di mosaico, con presenze di lungo periodo, come quelle marocchine e africane, e più recenti, come quelle rumene, moldave e ucraine. Per quanto riguarda gli impieghi, è evidente l’orientamento verso i lavori di assistenza e di aiuto domiciliare, nel settore dell’artigianato, senza dimenticare il tradizionale sbocco verso i lavori nel settore turistico.Il distretto del Garda, così come il resto della provincia di Brescia, rileva una costante femminilizzazione degli immigrati. 4653 donne contro 4599 uomini. Questo incremento pare sia dovuto al recente afflusso di giovani provenienti dall’est europeo che trovano lavoro come assistenza agli anziani, cura dei bambini e collaborazione domestica.Nonostante la recente sanatoria, molte vivono ancora in condizione di irregolarità. «Non ci sono ragazze della mia età che puliscono le camere negli alberghi – spiega una giovane albanese a Desenzano dal 1997 – sono tutte donne più anziane. Per i padroni è meglio, io rendo di più». «Ho avuto qualche difficoltà a trovare casa – dice una donna marocchina a Padenghe dal 2001 – così mi sono rivolta all’assistente sociale e qualcosa ho trovato. Ma l’affitto è troppo alto e con il mio stipendio devo mantenere anche la mia bambina».E’ cresciuto sul territorio il numero di donne e minori giunti in seguito alle richieste di ricongiungimento familiare. Aumentano anche le nascite legate alle coppie di cittadini stranieri. Il radicamento delle famiglie è testimoniato dall’incremento degli alunni stranieri che frequentano le scuole. Secondo i dati del distretto di Garda e Valsabbia, gli alunni stranieri sono 2232 di cui il 25,5% non sa né leggere né scrivere. I neoarrivati nel corso dell’anno scolastico 2004/2005 sono stati 500 ed è la direzione didattica di Gargnano a raccogliere la percentuale più alta: 14,3%.Gli stranieri con un’età inferiore ai 18 anni sono 1804 e si trovano soprattutto a Desenzano (427), Lonato (282), Bedizzole (178) e Sirmione (132). Questa «seconda generazione» crea nuove opportunità per le famiglie stesse. L’ingresso di questi giovani nel mercato del lavoro locale rafforzerà la capacità reddituale delle famiglie, mentre la loro piena padronanza della lingua e della cultura italiana ne favorirà l’integrazione sociale. «Dopo due settimane dall’arrivo a Desenzano – racconta un giovane albanese, in Italia dal 2001 – sono andato dal maestro del coro e ho detto che ero un basso e che mi sarebbe piaciuto cantare con loro. Lui mi ha risposto che gli serviva proprio una persona come me. Da subito mi sono sentito parte di un gruppo, di un qualcosa».

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