Sirmione è sempre alla ricerca di soluzioni per garantire maggiore tranquillità dal traffico a residenti e turisti. Un’idea è quella di fermare le automobili alla base della penisola, in particolare durante i mesi più caldi della stagione turistica, e di trasportare gli ospiti con navette su gomma o su acqua. Il discorso non è certo nuovo, perché se ne parla da almeno un decennio. Molti i buoni propositi ed i proclami poi, però, la decisione finale non arriva mai. Non tanto perché manchi la volontà degli amministratori, quanto per la delicatezza del problema e per i tanti risvolti che un’idea simile può generare. Quest’idea – ma i progetti sono diversi – fa parte del programma presentato alla Giunta comunale dall’équipe del «Progetto Sfida» coordinato dal professor Eliot Laniado, progetto cofinanziato dalla Commissione Europea e dalla Regione Lombardia. Partner sono il Centro Ambiente del Consorzio Poliedra del Politecnico di Milano, la Direzione generale Qualità dell’ambiente della Regione ed i Comuni di Sirmione, Pozzolengo e Padenghe. Scopo principale del progetto è di «realizzare un insieme di strumenti informatici di supporto ai processi decisionali relativi alla pianificazione territoriale dei Comuni». Inoltre il Centro ambiente, che a Sirmione lavora in stretto raccordo con il Cra, si occupa di ricerca applicata nel campo della protezione ambientale e dei trasporti. Perchè il programma vada avanti occorre, tuttavia, il concorso delle associazioni di categoria, degli imprenditori, dei vari soggetti. Per la penisola scaligera, intanto, ci sono almeno due opzioni su cui lavorare e su cui dovranno esprimersi i cittadini di Sirmione, in un incontro in calendario nel prossimo mese di febbraio. La prima opzione riguarda il rilancio significativo del centro storico sirmionese, in modo più diffuso, valorizzando altre sue attrazioni e puntando sulla ricettività alberghiera tradizionale. La seconda opzione si occupa di valorizzare il territorio per far conoscere al turista alcune zone, alcuni insediamenti, anche attraverso la creazione di un parco locale sovraccomunale, il cosiddetto «Plis». Quest’ultimo forse è il tema di maggior impatto, su cui potrebbe ruotare nei prossimi anni un acceso dibattito. L’area, infatti, potrebbe comprendere punta Grò, tutti i canneti e la zona agricola compresa tra la rive del lago di Garda e la ferrovia Milano-Venezia. E ancora, gettare le basi per promuovere una politica disincentivante all’uso dell’auto, che impedisca che l’unica strada che collega il centro storico (via Colombare, via XXV Aprile) si trasformi perennemente in un lungo «serpente» di veicoli e in una fonte di inquinamento. Ma anche questa scelta ha il rovescio della medaglia. Il fatto di creare grandi parcheggi alla periferia e costringere poi gli automobilisti a recarsi in centro a bordo di motoscafi o di bus navetta potrebbe provocare un maggior carico di visitatori sul già compromesso centro storico che, nei fine settimana o nei ponti festivi, viene letteralmente sommerso da migliaia di persone. Con tutte le conseguenze immaginabili e con pesanti ripercussioni sugli albergatori. Chi deciderebbe, infatti, di trascorrere una vacanza in mezzo ad un caos indescrivibile? Il dibattito resta aperto.
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Tra i progetti sono in discussione grandi parcheggi a Colombare, con bus e motoscafi «navetta». Come valorizzare il territorio, regolando il «caos» dei visitatori