I riflettori si accendono maliziosi sulla lingerie delle amanti di D’Annunzio. «Per non dormire» è il titolo dell’esposizione che sarà inaugurata martedì 4 luglio e che allineerà nel sottoteatro del Vittoriale capi di abbigliamento intimo femminile indossati dalle donne che allietarono le languide notti gardonesi del Vate, solitamente conservati negli armadi della Stanza delle Ospiti. Non è un segreto che D’Annunzio fosse un’amante insaziabile e fantasioso, non sorprende perciò che dai guardaroba del Vittoriale sia uscita una gran quantità di vestiti e biancheria intima per signora, in molti casi confezionata su disegno dello stesso D’Annunzio. Camicie da notte in seta della famosa sarta Biki, negligés di chiffon nero e crespo colorato, tuniche a rete dorate, ampi scialli fiorati, vestaglie, accappatoi e altri accessori della seduzione femminile saranno esposti per tutta estate con le immagini fotografiche delle signore che li indossarono, le «badesse» come le chiamava il «priore» D’Annunzio, ironizzando sul regime monastico che l’età gli avrebbe consigliato di adottare. Nelle stanze più intime della Prioria transitarono personaggi celebri come Ida Rubinstein, Elena Sangro, Lusia Casati Stampa, principesse, contesse, baronesse, ballerine, attrici del muto, oppure semplici e sconosciute ragazze di strada, infermiere, sartine e cameriere attratte dal fascino e forse anche dalla prodigalità di D’Annunzio. A dirigere il caotico andirivieni era la fedele governante (e occasionalmente amante) Aélis Mazoyer, che fu vicino al poeta dal 1911, durante il periodo francese di Arcachon, fino alla morte, nel 1938. Fu lei la maestra e la regista dell’harem dannunziano, sotto lo sguardo prima corrucciato, poi rassegnato, di colei che ufficialmente risultava essere la padrona di casa, la pianista Luisa Baccara. Ben conoscendo i gusti d’alcova del poeta, Aélis vestiva, profumava, truccava e «istruiva» le ospiti, seguendo scrupolosamente le dettagliate istruzioni del Vate. Ogni donna che D’Annunzio invitava al Vittoriale doveva incarnare la più aggiornata versione della femminilità, doveva essere adorna di collane «ombelicali» e fumare sigarette con lunghi bocchini d’avorio secondo la moda del tempo. Così il poeta le contemplava, mentre sfilavano verso il talamo nelle stanze del Vittoriale: «… quando cammina davanti al Prigione di Michelangielo fumando la sigaretta, come lungh’esso il banco di un bar, il secolo XX già sembra remoto e soffuso dell’incanto del passato…». In mostra, accanto agli indumenti ed alle fotografie, saranno esposti anche preziosi oggetti da toilette, gioielli (prestati per l’occasione da Bucellati), appunti autografi di D’Annunzio sull’eleganza femminile. Non mancheranno neppure i capi d’abbigliamento intimo del poeta: biancheria, camicie da notte e vestaglie sontuose in broccato e velluto, con pantofole coordinate che attestano la cura quasi maniacale di D’Annunzio per ogni dettaglio del vestire. La rassegna è l’ennesima testimonianza della volontà del Consiglio d’amministrazione del Vittoriale di rendere fruibile «in toto» l’immenso patrimonio artistico e culturale conservato nella cittadella dannunziana, ancora in grado di riservare stupefacenti sorprese. In questo caso dai vecchi armadi della Prioria sono usciti scheletri… in déshabillé.
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I riflettori si accendono maliziosi sulla lingerie delle amanti di D’Annunzio. «Per non dormire» è il titolo dell’esposizione che sarà inaugurata martedì 4 luglio.
In mostra i veli, e non solo, delle donne di d’Annunzio
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