Il chirurgo non opera direttamente con le proprie mani, ma manovra a distanza un robot, di altissima precisione, seduto comodamente alla propria console. È questo quanto reso possibile dal sistema robotico Da Vinci Xi, l’ultima frontiera della chirurgia mininvasiva, di cui si è recentemente dotata Fondazione Poliambulanza
Con questo ultimo acquisto, l’ospedale bresciano implementa un percorso interamente dedicato alla robotica applicata alla chirurgia generale, come in uso in centri di fama mondiale (Mayo Clinic, Cleveland Clinic), e diviene centro di riferimento in tale ambito. Il Da Vinci Xi, oltre ad essere utilizzato in ambito urologico viene impiegato per intervenire anche in altre sedi anatomiche. Accanto all’approccio open e a quello laparoscopico, quello robotico entra così a pieno regime, in Poliambulanza, per interventi alla testa e coda del pancreas e del fegato, allo stomaco, al colon e alle vie biliari, con notevoli benefici per il paziente e per il medico.
“Il chirurgo che guida l’operazione – spiega Mohammad Abu Hilal, Direttore del dipartimento di Chirurgia Generale, Primario del reparto di Chirurgia e Responsabile dell’Unità Epatobiliopancreatica, Robotica e Mininvasiva di Fondazione Poliambulanza – si trova immerso direttamente nel corpo del paziente grazie alla visione tridimensionale avvolgente offerta dal dispositivo e raggiunge livelli di altissima precisione. I dettagli anatomici, che possono essere ingranditi fino a dieci volte, appaiono più definiti e nitidi, mentre i quattro bracci di cui dispone il robot – e che lo distinguono dai modelli precedenti – mettono il chirurgo nelle condizioni di operare in maggiore autonomia e minor tempo, poiché tutti gli strumenti sono pronti all’uso, senza dover andare incontro a sostituzioni, in caso di necessità. In più gli snodi terminali dei bracci robotici, che hanno una flessibilità di 360°, consentono manovre più facili e precise”. Con la chirurgia robotica, quindi, il processo si semplifica e si standardizza su alti livelli qualitativi. L’operatore può essere formato in tempi brevi e agire senza alcuna perdita del grado di accuratezza.
Numerosi sono i benefici anche per il paziente; diminuisce la percezione del dolore post intervento, poiché i bracci meccanici non sottoposti al tremore fisiologico della mano umana permettono di arrecare minori traumi. Al contempo si riduce il rischio di conversione dell’intervento dall’approccio laparoscopisco a quello open, con vantaggi significativi. E la permanenza del paziente in ospedale diventa più breve grazie a un recupero funzionale più veloce.
Di tali vantaggi potranno beneficiarne soprattutto una particolare categoria di pazienti – quelli oncologici – quando non sarà possibile intervenire con la tecnica laparoscopica, già gold standard della struttura.
“La chirurgia urologica degli ultimi venti anni – aggiunge Michelangelo Tosana, Direttore U.O. Urologia di Fondazione Poliambulanza – è stata caratterizzata da una forte spinta verso la mininvasività. L’acquisizione del sistema robotico Da Vinci rappresenta il coronamento di un lungo sforzo di aggiornamento tecnologico e clinico perseguito negli anni dalla Fondazione e dalla U.O. di Urologia (la parola slava “robota” dalla quale deriva l’etimologia del termine “robot” significa proprio “lavoro”). La sua applicazione è rivolta eminentemente alla patologia oncologica della prostata e del rene e sembra ormai acquisito garantisca outcome funzionali e oncologici nettamente migliorativi, decorsi post-operatori semplificati grazie alle minori complicanze (dolore, trasfusioni, ecc.) e rientro alle comuni attività in tempi più brevi”.
“La scelta di Poliambulanza di dotarsi del sistema robotico Da Vinci Xi e di ampliarne l’ambito di utilizzo a tutta la chirurgia generale, in particolare a quella complessa – afferma Alessandro Triboldi, Direttore Generale di Fondazione Poliambulanza – è stata intrapresa per offrire il massimo beneficio al paziente che accede alla nostra struttura. Dall’altra parte, se la tecnologia robotica richiede investimenti iniziali più ingenti e un costo del singolo intervento più alto rispetto agli altri approcci chirurgici, i vantaggi a lungo termine sono significativi. Minor permanenza in ospedale e minor rischio di complicanze si traducono senza dubbio in un notevole beneficio per il paziente, oltre che in un importante risparmio per il Sistema Sanitario Nazionale. Siamo sicuri che questi passi verso l’eccellenza clinica e il miglioramento del trattamento sono in linea con la visione di una sanità moderna e sempre più dalla parte del paziente”.
“Dai risultati che abbiamo osservato nei primi 20 casi completati nell’ultimo mese, abbiamo potuto apprezzare i vantaggi enormi che il robot può offrire ai nostri pazienti affetti da patologie benigne e tumorali” – conclude Abu Hilal.