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Inaugurato a Salò MuSa, il nuovo spazio che ripercorre le tappe della storia della città

Con la presenza delle massime autorità locali e regionali, si è svolta a Salò l’inaugurazione del nuovo Museo cittadino: MuSa.

Sarà un luogo dove esercitare intelligenza e immaginazione, forte di un ruolo sociale e culturale importante, rivolto a un immaginario collettivo e a un pubblico larghissimo, ai più giovani, agli operatori didattici, a tutti coloro che vorranno utilizzare queste sale come luogo di conoscenza e di aggregazione, animati da una curiositas sempre nuova. Sabato 6 giugno inaugura il MuSa, che raccoglie e celebra la lunga e importante storia della città di Salò. Il museo – nel centro della città, nel complesso di Santa Giustina, in origine un collegio dei padri Somaschi – accoglie suggestive collezioni, differenti per provenienza e datazione, organizzate per offrire al visitatore spunti e chiavi di lettura in un continuo dialogo con la storia.


L’allestimento del MuSa, curato dall’architetto Giovanni Tortelli, con la curatela della professoressa Monica Ibsen, conclude un lungo percorso attraverso il quale Salò si è dotata di un imponente sistema museale. Nuove tecnologie, cura per la comunicazione, apparati didattici innovativi, soluzioni brillanti – architettoniche, di logistica, di organizzazione – per i problemi espositivi che riguardano il consumo culturale (per esempio i totem digitali 

che, sparsi per la città, permetteranno un collegamento diretto con il MuSa e con il territorio): niente è stato trascurato per offrire un luogo bello, capace di offrire spunti critici, di analisi, di conoscenza.

«L’inaugurazione del MuSa, alla fine di un lungo percorso – spiega Giampiero Cipani, Sindaco di Salò -, colma un vuoto che pesava sulla città. È mancato, infatti, fino ad oggi, un luogo in cui raccogliere, interpretare, comunicare alla comunità e a quanti visitano Salò e il Garda l’identità della città, i suoi tesori, il suo contributo alla storia nazionale. Il MuSa attraverso le raccolte, l’allestimento e ancor più attraverso le iniziative che ne faranno un luogo vivo della cultura, vuole essere questo».

Per la realizzazione del MuSa è stata fondamentale la collaborazione della Regione Lombardia –  che attraverso l’Assessorato alla Cultura, Identità e Autonomie, guidato da Cristina Cappellini, ha contribuito con 300,000 euro all’allestimento “Handicap Friendly” del MuSa –  delle realtà culturali, storiche, sportive e religiose salodiane e non, oltre che di collezionisti privati, che hanno contribuito con il deposito di importanti opere a costituire un percorso che illumina la storia della cittadina in riva al Garda. Fin dalla sua nascita il MuSa entra a far parte della neonata associazione GardaMusei, che intende offrire una rete turistico-culturale formata da numerose istituzioni, fra cui il Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera e il museo MilleMiglia di Brescia.

«I musei sono uno strumento di sviluppo: culturale, sociale, economico, turistico, non soltanto una raccolta, più o meno importante, di testimonianze del passato”, sottolinea Giordano Bruno Guerri, Presidente della Fondazione Opera pia Carità laicale, alle cui cure il Comune ha voluto affidare il neonato museo. “Sono un ponte tra passato e futuro, cultura e territorio, economia e bellezza».

La storia di Salò è molteplice: spazio dunque, dentro il MuSa, a tutte le pregevoli peculiarità artistiche del territorio, a un percorso storico capace di offrire eccellenze e grandi nomi, tutti raccontati in momenti chiave o emblematici.


MuSa-7 ph ldpREPUBBLICA SOCIALE ITALIANA
MuSa
sarà il museo della conoscenza condivisa. Al ruolo della memoria nella storia contemporanea, è idealmente rivolta la sezione con le testimonianze relative ai 600 giorni della Repubblica Sociale, che raccontano da angolazioni inattese il dramma della guerra civile. Un’immersione davvero globale in una sezione storica complessa, curata dal prof. Roberto Chiarini. Uno scarto rispetto agli abituali modi di ricordare un periodo doloroso che, senza falsi revisionismi, viene restituito nella sua interezza, nella speranza di aprire uno squarcio di verità per un futuro più sereno e, davvero, più conosciuto.

 

 

MuSa-5 ph ldpLA CIVICA RACCOLTA DEL DISEGNO
In ambito artistico, Salò può vantare una ricca collezione di disegni, inaugurata nel 1983 da un gruppo di cittadini che istituì un fondo di 43 opere, donato al Comune per lasciare testimonianza delle evoluzioni dell’arte e del tratto grafico dal secondo dopoguerra a oggi. La raccolta è stata arricchita e oggi vanta oltre 600 opere dei più importanti artisti italiani del Novecento, oggetto di mostre nazionali e internazionali. Da De Pisis, Romani eMartini, passando da Licini, Fontana e Sironi; dalle ricerche astratte di Soldati, Dorazio, Accardi e Sanfilippo, all’informale di Birolli, Morlotti, Vedova, Mandelli e Afro; dal neorealismo alle posizioni neofigurative di Forgioli, Francese, Cavaliere e Stagnoli fino alle espressioni più recenti, il MuSa raccoglie un quadro quanto più completo delle spinte artistiche novecentesche.


MuSa-6 ph ldpSALÒ, PATRIA DEL VIOLINO
Un altro periodo che segna fortemente la città è il dominio veneziano tra il 1426 e 1797, durante il quale Salò divenne capoluogo della Comunità di Riviera o “Magnifica Patria”. Quei secoli cambiarono profondamente l’impronta della città e portarono alla fondazione dell’Ateneo, attivo ancora oggi. Di questo periodo il MuSa custodisce alcuni emblemi del potere veneziano e un ampio spazio è dedicato alla figura di Gasparo da Salò, celebre liutaio cui si attribuisce l’invenzione del violino. Definito artifex instrumentorum musicorum o maestro di violini, Gasparo ebbe senz’altro un ruolo decisivo sia per l’elaborazione dello strumento sia per l’affermazione del valore primario della sonorità rispetto all’apparato decorativo degli strumenti.


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CODICI MINIATI
L’interesse per la città di Salò ha radici antiche e risale alla fine del Quattrocento, quando lo storico veneziano Marin Sanudo e Isabella d’Este la esaltarono, anche per via della sua pieve di Santa Maria Annunciata per la quale il Comune acquistò nel 1448 una preziosa collezione di codici miniati, custoditi gelosamente per secoli, di cui il MuSa ospita quattro corali trecenteschi e la Bibbia Atlantica di età romanica.

 

 


MuSa-8 ph ldpGIOVAN BATTISTA RINI
La raccolta del MuSa annovera anche la collezione di preparati anatomici di Giovan Battista Rini – di enorme suggestione e forse non visitabile da tutti – a testimonianza del fervore e dell’avanguardia scientifica della città nel periodo a cavallo tra Settecento e Ottocento.

 

 

 

 


OSSERVATORIO METEO SISMICOMuSa-5 ph ldpIn ambito scientifico sono importanti anche gli antichi strumenti legati all’Osservatorio meteo sismico – ospitato nella torre di Santa Giustina – sorto in collaborazione con l’Ateneo di Salò e l’Opera Pia Carità Laicale, comproprietaria del complesso in cui risiede il MuSa. L’Osservatorio, giudicato a livello europeo di grande modernità, entrò a far parte della rete nazione dell’Ufficio Centrale di Meteorologia nel 1880 con l’obiettivo di rendere noto anche oltre i confini nazionali il clima gardesano. La torre assunse anche funzioni di monitoraggio del territorio arrivando a svolgere un ruolo fondamentale durante il terremoto del 1901, quando dimostrò tutta la sua efficienza d’avanguardia.


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UNA GALLERIA DI PROTAGONISTI

La storia di Salò viene raccontata al MuSa anche attraverso le biografie e testimonianze dei grandi protagonisti della storia locale. Nel 1837 il “Dizionarietto degli uomini illustri della Riviera” di Giuseppe Brunati registra oltre cento Salodiani illustri: le nove figure narrate al Museo di Salò intendono rappresentare i molti che costruirono la città attraverso i luoghi della cultura, le istituzioni o, con accento diverso, ne diffusero la fama nel mondo. Dall’umanista Iacopo Bonfadio ai già citati Gasparo da Salò e Giovan Battista Rini, passando per Giuseppe Zanardelli, che guidò la sinistra liberale nell’Italia post-unitaria, gli intellettuali Pio Bettoni e Anton Maria Mucchi, sino ad arrivare al Vate, il grande poeta Gabriele d’Annunzio e a Benito Mussolini, che a Salò concluse la sua lunga, rovinosa e dittatoriale epopea politica.

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