Torna il sereno sul museo archeologico delle Grotte di Catullo e la buona notizia giunge a ridosso della nuova stagione turustica. Dopo un avvio in chiaroscuro con un funzionamento a «singhiozzo» l’innesto di nuovo personale consentirà finalmente di assicurare ai moltissimi turisti che affollano le piccole capitali del Garda la visione dei bei reperti qui custoditi. Tanto che la ripresa dell’attività viene caratterizzata dalla cerimonia d’inaugurazione della nuova struttura ricavata all’ingresso dell’area archeologica delle grotte di Catullo, area che occupa 6 ettari di terreno. L’appuntamento è stato fissato dalla Soprintendenza archeologica della Lombardia alle ore 18 di oggi. E non appare inutile sottolinearlo, si tratta di un’iniziativa di grande rilievo perché cade proprio all’inizio della stagione turistica, quando l’afflusso di ospiti e turisti diventa massiccio in tutte le cittadine rivierasche e la domanda di cultura riprende quota. Non a caso le grotte di Catullo (che in realtà come tutti sanno sono resti di una grande villa romana risalente al 1° secolo dopo cristo) sono uno dei siti archeologici più gettonati d’Italia dopo Pompei e pochi altri. Lo scorso anno infatti i visitatori sono stati oltre 220mila. Dunque l’area archeologica costituisce una ricchezza per la comunità locale e gardesana così come lo sono altre ville romane esistenti nella zona. A cominciare da quella di Desenzano con i mosaici policromi, quelle di Toscolano e di Garda (nel Veronese) che meriterebbero di essere valorizzate. A Sirmione la visita ai resti dell’imponente villa romana è stata arricchita anche dalla realizzazione di un vero e proprio museo. Per costruire l’immobile sono stati necessari 5 anni. Poi venne allestita l’esposizione che allinea materiali provenienti dagli scavi della stessa villa: affreschi, elementi architettonici, monete e oggetti vari ma anche reperti provenienti da altre ville del Garda.Vengono presentati al visitatore anche i materiali che testimoniano l’importanza del centro antico di Sirmione a partire dalla preistoria sino al medioevo. Sono stati rinvenuti negli insediamenti palafitticoli dell’età del Bronzo, nell’altra villa romana scoperta negli ultimi anni al di sotto del centro storico, nelle chiese e nella necropoli Longobarda. Il museo era stato aperto nel mese di giugno dello scorso anno. Fu uno dei 20 musei italiani ad essere inserito nel progetto «Arte sotto le stelle» che prevedeva aperture prolungate, visite con guida, il sabato sera fin quasi a mezzanotte. Ma pochi mesi più tardi la carenza di personale ne causò la chiusura durante la settimana. Il museo rimaneva aperto solo la domenica. Dei buchi nell’organico dei custodi si è occupata la Soprintendenza ma anche il sen. Massimo Wilde con un’«interrogazione parlamentare e solleciti ai responsabili del Ministero». Ora il problema sembra risolto. La Soprintendenza nell’invitare autorità e popolazione all’inaugurazione assicura che ora ci sarà un’apertura in via definitiva, regolare con gli stessi orari dell’area archeologica, cioè tutti i giorni (escluso il lunedì) dalle ore 8 alle 20. Il museo costituisce infatti la premessa alla visita della grande villa romana.