Un consiglio a chi volesse avere un esempio pratico di società multietnica: consultare gli schedari del Comune di Castiglione delle Stiviere. A partire dallo scorso luglio infatti le nazionalità presenti sul territorio sono diventate cinquantadue, per un totale di quasi mille e cento immigrati regolari su diciottomila residenti.Si tratta di un record assoluto per l’intera provincia, tanto che c’è già chi paragona Castiglione agli Stati Uniti d’America dove, peraltro, l’integrazione non è sempre solida. Ma qual è l’ingranaggio che garantisce il consolidamento delle comunità africane, asiatiche, est-europee e sudamericane? Il lavoro. Sindacati e Associazione industriali su questo punto sono assolutamente d’accordo: gli immigrati sono a regime di piena occupazione e nelle grandi realtà non esiste il lavoro nero.——————————————————————————– Un consiglio a chi volesse avere un esempio pratico di società multietnica: consultare gli schedari del Comune di Castiglione delle Stiviere. A partire dallo scorso luglio le nazionalità presenti sul territorio sono diventate cinquantadue, per un totale di quasi mille e cento immigrati regolari su diciottomila residenti. Si tratta di un record assoluto per l’intera provincia, tanto che c’è già chi paragona Castiglione agli Stati Uniti d’America dove, peraltro, l’integrazione non è sempre solida. Qual è l’ingranaggio che garantisce il consolidamento delle comunità africane, asiatiche, est-europee e sudamericane? Il lavoro. Sindacati e Associazione industriali su questo punto sono d’accordo: gli immigrati sono a regime di piena occupazione.A Castiglione ci sono quattrocento marocchini, settanta ghanesi, centottantasei nigeriani, centocinque jugoslavi, cinquantatre cinesi, trentadue albanesi. E poi, fra gli altri, bosniaci, argentini, bengalesi, cechi, dominicani, finlandesi, macedoni, russi, sudcoreani, togolesi, turchi. Tedeschi, inglesi, statunitensi, svizzeri e francesi sono al seguito delle multinazionali. Ciascuna comunità è cresciuta negli ultimi dieci anni grazie a quei ‘pionieri’ che alla fine degli anni Ottanta si erano presentati nella città collinare senza alcun sostegno. Avevano accettato di fare qualsiasi lavoro ma poi, con il tempo, tanti hanno potuto scegliere. E così, ad esempio, nelle piccole aziende metalmeccaniche l’80% circa dei saldatori sono, secondo stime della Cgil, marocchini. Ancora: nella squadra di camionisti della Bertani autotrasporti sono inseriti quarantatre jugoslavi, dieci polacchi ed un croato.Specializzati ed istruiti (moltissimi hanno un diploma tecnico, anche se spesso non riconosciuto nel nostro Paese), gli extracomunitari hanno studiato nel centro di formazione professionale attivato dalla Regione e cercato il sostegno di parenti ed amici. L’inserimento nelle grandi aziende è stato graduale ma costante, e gli imprenditori hanno accolto a braccia aperte la manodopoera necessaria a sostenere la crescita. Stando a quanto riferisce il sindacato, gli extracomunitari sono contrattualmente garantiti soprattutto nelle realtà più importanti, mentre in quelle più piccole si annida il pericolo dello sfruttamento e del lavoro nero. Non ci sono, infatti, solo le fabbriche ‘ufficiali’: decine di piccole cooperative lavorano per lo più in subappalto. E qui sì che i problemi ci sono: «Il fatto è – commenta Alfredo Papa, della Cgil di Castiglione – che queste cooperative nascono e muoino anche in brevissimo tempo, per cui un controllo è impossibile». Ma l’integrazione non si risolve solo nelle ore lavorative: a Castiglione sono state istituite anche associazioni come la marocchina Elyaraa (la penna) e la ghanese Good citizen (buoni cittadini).
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Su 18mila residenti oltre mille immigrati di 52 nazionalità differenti
Inchiesta della Gazzetta: come vive e lavora il comune più multietnico
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