La Nave Puglia avrà… tante sorelle in miniatura. Al Vittoriale sta per arrivare la preziosa flotta del Duca d’Aosta Amedeo di Savoia. Si tratta d’una collezione di navi (modelli, naturalmente), che verrà esposta in un “museo nel museo”, sulla Nave Puglia. La collezione, concessa al Vittoriale in comodato, è affidata a Giovanna Borrello Ciccarelli (assessore al turismo e alla cultura del Comune di Gardone e membro della Giunta del Vittoriale), che ha un particolare rapporto di fiducia con il proprietario delle navi (l’inaugurazione del museo sarà a giugno). Sulla Nave Puglia sbarcherà la Stella Polare (129 cm per 39 di base, alta 88 cm). Con lei la Regina Margherita. E la Elettra con la Prinz Eugen (221 per 31,5; alt. 77 cm) e la Principe Eugenio (204 per 29; altezza 59 cm). E poi il Sommergibile Scirè; la Duca degli Abruzzi; lo Yacht Reale Savoia (in spaccato, fresco di restauro) e, più piccoli, il Siluro a lenta corsa (Maiale) e un Barchino di superficie. Tutti nelle loro teche da esposizione. ——————————————————————————————–Il Vittoriale? Fatto apposta per essere trasformato nel set di un film. È la convinzione della presidente della Fondazione Vittoriale Annamaria Andreoli. La quale ha preso contatti con la Masterfilm, proponendo di realizzare una fiction sulla vita di Gabriele D’Annunzio. Ed offrendo la possibilità di una “supervisione” della sceneggiatura, per garantire che il ritratto del Vate risulti abbastanza fedele all’originale. «Una fiction in prima serata sarebbe una pubblicità formidabile per il Vittoriale – spiega Annamaria Andreoli – e tante persone, vedendo questi magnifici ambienti in televisione, desidererebbero di vederli di persona. Mi pare poi che la vita di D’Annunzio con tante donne e tante avventure, si presti proprio per la costruzione di un racconto per immagini». I contatti sono in fase avanzata. «Mi piacerebbe – conclude la presidente della Fondazione – che il Vottiriale potesse farsi produttore di iniziative così in proprio, come già avviene per la stagione teatrale». ————————————————————————————————Nuova luce per il Vittoriale. Nuova luce in senso fisico, poiché la dimora di D’Annunzio a Gardone Riviera avrà presto un’illuminazione notturna con una firma di prestigio internazionale, quella della Flos, azienda bresciana con sede a Bovezzo, nota in tutto il mondo. Questa collaborazione apre una nuova via, che – spiega la presidente della Fondazione Vittoriale prof. Annamaria Andreoli – ogni museo dovrebbe poter percorrere, per arrivare ad una gestione manageriale capace di far quadrare i conti e, ancor più, per essere «un luogo vivo, che produce progetti e cultura». Il progetto di illuminazione della parte architettonica esterna del Vittoriale è già in fase avanzata: i tecnici della casa del Vate e quelli dell’illustre sponsor sono già al lavoro su un progetto, che, per l’estate, dovrebbe dare i primi frutti visibili agli occhi dei visitatori. «Si tratta di una forma di collaborazione con i privati – precisa la presidente della Fondazione gardonese – che d’ora in poi non potrà più essere elusa. Una illuminazione efficace migliorerà il paesaggio, renderà visibile il Vittoriale anche a distanza. Queste arcate – dice indicando la struttura architettonica – sono davvero interessanti. Credo inoltre che la luce renderà il luogo più agibile nell’arco della giornata, ampliando l’orario della possibile apertura, rendendo disponibili spazi per spettacoli. Con la luce il luogo sarà più sicuro». La parola «privatizzazione» viene coniugata così, in quello che è il monumento più visitato della Lombardia e uno tra i più visitati d’Italia, con i suoi oltre 200 mila visitatori all’anno (in crescita costante, dato che nei primi 40 giorni dell’anno, nonostante le poco favorevoli condizioni climatiche, si è registrato un aumento di 1.500 visitatori rispetto al 2001). «Privatizzazione – spiega la prof. Andreoli, autrice di molti studi dannunziani e docente all’Università di Potenza – significa anche aprire il Vittoriale ad un pubblico di qualità elevata, che valorizzi ancor più il museo. Intendo dire che chi sponsorizza qualcosa, utilizza poi gli spazi gardonesi come luogo di rappresentanza e vi porta gente di tutto il mondo, persone competenti, di alto livello internazionale. Questo pubblico diventa interlocutore privilegiato del museo stesso e contribuisce a tenere alto il nome del Vittoriale nel mondo. Con ricadute positive anche sul pubblico di massa, che è ancor più invogliato a venire. E con una ricaduta di sponsorizzazioni. È molto importante, a mio avviso, quello che si crea intorno ad un museo». Un esempio di questa collaborazione si è avuta quando, alla fine dello scorso anno, si è instaurato un rapporto con la Beretta per il restauro dei cannoni e delle altre armi della Nave Puglia. La presentazione del volume che ripercorre la storia dell’antica dinastia delle armi ha avuto la sua presentazione italiana proprio al Vittoriale e in quell’occasione un gruppo di importanti giornalisti americani ha “scoperto” la Casa del Vate e ne ha parlato diffusamente. Nei mesi scorsi un altro privato, Antonio Spada, si è preso cura del restauro degli oggetti e dell’allestimento del Museo della Guerra, che duplica l’offerta del Vittoriale: c’è la visita alla Casa del poeta, e c’è un altro museo, altrettanto interessante e… dannunziano. Un’altra importante collaborazione avviata è quella con la Fondazione Cab per la riedizione dell’opera omnia di D’Annunzio a cura della Mondadori. In passato si ricorda il contributo di una ditta di Lumezzane per il restauro delle cucine. «C’è anche un altro vantaggio – spiega la presidente Andreoli – relativo alla conservazione. La quantità di oggetti presente al Vittoriale è enorme. Sono 18.000 i pezzi catalogati. Ci sono materiali che grazie ad interventi particolari vengono restaurati, altrimenti andrebbero persi. Tra le cose esposte al Museo della Guerra, alcune bandiere, lasciate senza cure, rischiavano di finire in polvere. In sostanza, gli oggetti sono meglio salvaguardati. A volte ci sono oggetti che non sappiamo neppure che cosa fossero: ho scoperto l’esistenza di una carta geografica da aereo, che si srotola facendo scorrere due rulli. Nel suo corredo da pilota, D’Annunzio aveva anche il veleno, contenuto in un apposito portaveleno: caso mai fosse precipitato… Insomma, qui c’è veramente di tutto». «La mia idea – aggiunge – è che il Vittoriale debba essere qualcosa di vivo, di attivo, che produce. Non solo un luogo di conservazione. Piuttosto, una cittadella della cultura aperta ai privati. Il nostro bilancio è in attivo. Questo attivo ci serve per pagare la manutenzione. Abbiamo un giro d’affari di 5 miliardi. Lo Stato ci dà 160 milioni. Le Regioni e la Provincia erogano contributi su singoli progetti». La presidente della Fondazione aggiunge che intorno a un museo come il Vittoriale e ad una stagione teatrale che lo scorso anno ha totalizzato oltre 22 mila spettatori ruota un “indotto” del quale di solito non si tiene conto: ristoranti, bar, negozi lavorano di più nelle sere in cui c’è spettacolo. «Mi piacerebbe – dichiara – che qualcuno, consapevole del ritorno economico, mi chiedesse di prolungare la stagione teatrale fino a settembre, mettendoci un capitale e chiedendo a noi di collaborare con la nostra struttura artistica e organizzativa. Qui siamo agli albori di una gestione manageriale. Finora siamo stati sempre noi a fare delle proposte, rivolgendoci all’esterno. Ad esempio, l’idea di fare 40 spettacoli è stata un esperimento nel quale molti non credevano. Invece ha funzionato». «Le sponsorizzazioni – prosegue – dovrebbero contribuire a sanare lo scollamento con l’esterno. Fino al giorno, che io auspico vicino, nel quale qui al Vittoriale entreranno persone a proporci progetti e collaborazioni». Le idee sono tante: «Mi piacerebbe che, vicino alla dimora di D’Annunzio, sorgesse un Museo dell’arte decorativa. Gardone sarebbe il posto ideale». Ma accanto ai sogni ci sono le novità concrete: l’ex Hotel Washington, di proprietà della Fondazione, è stato ristrutturato. Diventerà una foresteria, per ospitare ricercatori di cose dannunziane, con l’idea di erogare borse di studio abbinate all’ospitalità, in modo da favorire la ricerca. Inoltre, dietro l’angolo ci sono i 50 anni dalla morte del Maroni e i 50 anni del teatro all’aperto: si preparano una mostra e, a settembre, un convegno su Maroni e Piacentini.
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Via al progetto di collaborazione con la Flos per l’illuminazione esterna della dimora dannunziana: ne parla la presidente della Fondazione.
La Nave Puglia diventa museo per la collezione del Duca d’Aosta