Un nuovo stadio di calcio? Meglio due. Un nuovo impianto sportivo per il pallone serve subito ed è urgente. Se poi a breve periodo saranno due, tanto meglio. Sono in tanti a Montichiari a pensarla in questo modo da quando il Brescia Calcio ha preso in considerazione l’ipotesi di costruire lo stadio per la serie A in territorio monteclarense. Il dibattito che si è aperto riguarda non tanto l’opportunità di realizzare nella capitale della Bassa uno stadio da 25 mila posti in sostituzione del Rigamonti; la questione è se sia il caso di costruire subito quello che già era stato deciso per il calcio locale (con una prima squadra che gioca in C2 ed un settore giovanile di circa 250 tra allievi e giovanissimi: mercoledì il progetto approderà in Consiglio) o se convenga trattare con Gino Corioni l’utilizzo in comune di una struttura che non costerà meno di 80 miliardi. «Mi sembra assurdo non tener conto della nuova situazione che si è venuta a creare – afferma Riccardo Tosoni, consigliere dei Popolari a Montichiari ed ex assessore allo Sport -. A Verona, Reggio Emilia e Bergamo gli stadi principali vengono utilizzati da diverse realtà calcistiche locali. Non dimentichiamo che la gestione di uno stadio come quello che l’Amministrazione locale vuole costruire a Montichiari costa quasi un milione e mezzo al giorno. Il timore è che alla fine non si faccia nulla». L’attuale assessore allo Sport, Gian Maria Pastorelli, assicura «che lo stadio comunale si farà: il suo piano economico con relativa gara d’appalto verrà presto presentato in Consiglio» e respinge le accuse di «affossamento dello stadio comunale» avanzate da Tosoni e dalle minoranze, Ppm e Ds. Giulio Bertolini, rappresentante dei Ds in consiglio comunale, è molto scettico: «Non vedo di buon occhio questo appalto da affidare ai privati. Se poi si farà, se ne faccia uno bello e grande e ci giochino sia il Brescia che il Montichiari». La maggioranza consiliare (Lega e Forza Italia) sembra però ormai convinta di procedere nel verso giusto, aiutata in tal senso dall’improrogabile necessità dell’Ac calcio Montichiari. «Non possiamo continuare a mandare i nostri ragazzi ad allenarsi a Remedello o Acquafredda – dice il direttore generale Osvaldo Olivari -. I costi sono notevoli. Ci servono subito nuovi campi di allenamento. In attesa dello stadio nuovo potremo avere una proroga dalla Lega calcio per un anno nel vecchio Romeo Menti. Se poi il Brescia costruirà nella Fascia d’Oro il nuovo stadio, con strutture plurifunzionali e di divertimento, ben venga – affermano Giuseppe Visconti coordinatore di Forza Italia, e Renato Ferrari, presidente del volley Montichiari -. L’importante è che intanto si cominci a costruire il nostro stadio nei pressi del Palageorge». Nessun problema di convivenza fra squadre per Sergio Pironi, presidente del Montichiari («anche se trovo strano che Corioni venga a costruire dalle nostre parti»), né per il sindaco Gianantonio Rosa («pronto a discuterne quando vi saranno proposte precise e concrete: siamo in attesa»), né per il presidente della Provincia Alberto Cavalli («disposti ad intervenire con azioni sussidiarie»). Resta la difficoltà del Brescia di reperire dai privati (perchè il Comune non possiede terreni alla Fascia d’oro) l’area necessaria, 500 mila metri quadri, per costruire un mega stadio come quello che stanno realizzando a Cagliari (progettato, come questo di cui si ipotizza, dagli architetti bresciani Abba e Marai). «Le esigenze del Montichiari non contrastano con quelle del Brescia – osserva il progettista Abba – ma è improbabile che rondinelle e rossoblù finiscano per giocare nello stadio. La serie A oggi è un altro pianeta: prima di scegliere le aree e di acquisirle, bisogna capire dov’è possibile costruire le strutture per il divertimento da abbinare al nuovo Rigamonti». Strutture fondamentali, più che complementari: senza multisale, alberghi, palestre e discopub il gioco-stadio non vale la candela. In settimana Corioni incontrerà Paolo Corsini e Giuseppe Onofri, sindaco e vice-sindaco di Brescia. Le ipotesi al vaglio sono Brescia, Ospitaletto e Montichiari (quest’ultima sembra favorita: in zona non ci sono le multisale Oz e le Porte Franche…). Alla fine, fermi restando i vincoli territoriali (lo stadio di Brescia non può essere fatto a Darfo o a Edolo), deciderà il mercato. Le indagini commerciali sono già in atto. «A Cagliari – dice Abba – abbiamo proposto strutture per lo svago all’Amministrazione perché sapevamo che c’erano privati pronti a prenderle in gestione. Probabilmente accadrà la stessa cosa per lo stadio del Brescia».
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Cresce l’attesa per la costruzione di un impianto per la squadra rossoblù. Piace anche l’ipotesi di un nuovo Rigamonti per il Brescia
«Innanzitutto il nostro stadio»
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