venerdì, Dicembre 27, 2024
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Tra prìncipi e grandi campioni in orbita uno sport che fa turismo

Intervela, un sogno che ha cinquant’anni

C’è una ricorrenza, in questi giorni, che è passata in sordina, che nel bailamme nel quale cade la città estiva, è stata inglobata nel calderone delle varie manifestazioni che si susseguono a ritmo ininterrotto. E’ il cinquantesimo anniversario della Settimana velica Internazionale del Garda, forse l’unica regata al mondo (assieme alla Centomiglia di Gargnano) con questo record di longevità.Parliamo dell’Intervela, neologismo che ha fatto il giro degli ambienti sportivi di tutti i Paesi, coniato dai dirigenti fragliotti per dare un taglio sovrannazionale ad un evento che apriva la città al bel mondo.Perché quel che la Fraglia allora aveva messo in cantiere, grazie soprattutto al dinamismo del cav. Ettore Righi, al tempo direttore dell’Azienda soggiorno e segretario del circolo velico, era assieme un evento mondano e sportivo, una manifestazione che in quegli anni difficili, abbinava l’arrivo di nomi altisonanti alla promozione sportiva con le regate. E di nomi celebri in quegli anni’50 ne arrivavano a frotte. Nomi dai palmares d’oro come la coppia Straulino e Rode nelle “star”, personaggi come il principe Bira del Siam, timonieri che arrivavano dalla Germania per riscoprire il Gardasee dopo la guerra. Le gare erano precedute dalla fastosa cerimonia dell’apertura che aveva sede nell'”Esedra delle rose”, come allora si chiamava il terrazzo superiore della Spiaggia degli Olivi: dove le autorità di tutta la Regione, con il Prefetto in testa, dove gli invitati, dove i timonieri provenienti da tutto il mondo con travagliati tragitti – dato che allora non vi erano autostrade ed aeroporti vicini (le barche erano inviate per ferrovia fino a Rovereto e da lì giungevano a Riva col camion) – assistevano commossi all’alzabandiera.E le regate. Splendide le barche, tutte in legno, con le loro vele di cotone, con le cime di canapa, con le attrezzature luccicanti di bronzo e d’acciaio, con la regata di crociera del “Nastro Azzurro” che veniva a chiudere una manifestazione che altri circoli avrebbero copiato. Con le “Rennjolen” barche tedesche dalla randa steccata, che eleganti e velocissime per alcuni anni hanno imposto la loro superiorità. Erano gli anni nei quali andava a formarsi la prima pattuglia di timonieri rivani. C’era Norberto “Berto” Foletti, allora ragazzo di bottega al cantiere Cernischi, dal quale avrebbe appreso sia i segreti per diventare un eccellente maestro d’ascia, sia le tecniche di regata che lo avrebbero poi portato assieme all’inseparabile Learco “Fiacca” Bonora a percorrere i campi di regata di mezza Europa ed accumulare l’esperienza necessaria per raggiungere i massimi vertici politici della vela nazionale. C’era Luciano “Tondola” Torboli che gareggiava con le “Jole O”, c’era Gianni Bacchi, c’era Luigi “Babbo” Armellini, c’era, soprattutto, anche l’esperienza di Italo Torboli, che già negli anni’30 aveva vinto qualcosa in giro per l’Italia con il suo “dinghy 12 piedi” e che allora si stava avvicinando alla “Star”, barca che sarebbe poi diventata il suo simbolo ed il simbolo di Riva.Poi con gli anni la tecnologia anche nella vela è cominciata a cambiare. Si ricorda ancora con quale sorpresa si osservava il primo “F.D” di plastica, quello del campione del mondo Mario Capio, mentre le vele, abbandonato il cotone, erano confezionate con tessuti d’avanguardia. O il primo catamarano, quel bisiluro portato a Riva dal dentista “Jano” Trovato, che volava sull’onda increspata.Ed è sulla scia dell'”Intervela” se la Fraglia è diventata grande nel mondo sportivo. Cinquant’anni! Una vita. Coloro che allora erano ragazzini ora dirigono il sodalizio, con la stessa passione, con la stessa dedizione, con lo stesso ardore di allora.Cinquant’anni! Tutto si è evoluto, anche nel mondo delle vela dove le barche assomigliano ora molto più a piatti volanti che sfiorano l’acqua sospinti dal piazzeforti di vele intessute di fibre di derivazione aeronautica e spaziale, dove il carbonio ha soppiantato quasi l’acciaio, certamente il bronzo, dove si punta più al fatto sportivo che all’evento mondano. Nondimeno è con nostalgia che si guarda al passato, per rammaricarci del fatto che questo compleanno non sia stato adeguatamente celebrato alla Fraglia.E’ ben vero che si è sulla scia di un eccezionale Campionato europeo degli “Optimist” (vinto tra l’altro da una ragazzina della Fraglia), che subito dopo è stato messo in acqua un Campionato del mondo dei “29er”, che per settembre sono in programma ancora importanti regate, ma ci pare che la memoria del passato si doveva meglio valorizzare per non far morire d’inedia una “Intervela” che per decenni è stata il fiore all’occhiello della città.

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