Ritorna ciclicamente sulla stampa locale il tema dell’autonomia dell’Ospedale di Manerbio, tema mascherato da notizia, anzi da una serie di non-notizie che, come tali, non si collegano ad alcun fatto concreto, se non per un’unica cosa: la mancanza di rispetto – questa sì, reale – verso i cittadini manerbiesi e della zona, coinvolti in argomenti inesistenti e spacciati per verità. Né appare, quindi, giustificata e comprensibile l’amplificazione data, per esempio, alla fantasiosa ipotesi di una chiusura o di un ridimensionamento del Laboratorio di analisi. Un’amplificazione oltretutto inopportuna, perché priva in ogni caso di qualsiasi riflesso sull’attività gestionale dell’Azienda Ospedaliera di Desenzano del Garda., alla quale l’ospedale di Manerbio appartiene.In particolare, il professor Bruno Milanesi, direttore dei Laboratori di Patologia Clinica dell’Azienda Ospedaliera (e quindi dei sei ospedali che di essa fanno parte) interviene precisando categoricamente che non esiste alcuna ipotesi di ridimensionamento del Laboratorio di Analisi dell’Ospedale di Manerbio. Gli utenti perciò possono e devono stare tranquilli: non hanno e non avranno alcun disagio. Anzi, precisa ancora il prof. Milanesi, aver ottenuto la certificazione Iso 9000 significa che le prestazioni erogate sono quanto di meglio è realizzabile. Si tenga anche conto che i tempi di attesa sono stati azzerati, i referti vengono normalmente consegnati in giornata ed i punti prelievi presso gli ospedali di Manerbio e Leno sono aperti dal lunedì al sabato compreso, dalle ore 7.30 alle ore 9.30. Da parte sua il direttore generale dell’Azienda desenzanese, dottor Angelo Foschini intende replicare a quello che la stampa chiama “il caso Manerbio/Leno” e che di fatto si regge su “una pretesa e ad una polemica che non hanno molto senso, perché non offrono ai cittadini la razionalità di una oggettiva analisi e ignorano la concretezza della realtà. In questo modo si creano solo illusioni che poi vengono pagate dalla collettività, verso la quale chi alimenta questi falsi miti denota totale e cinica mancanza di rispetto”. L’inconsistenza dell’approccio e dell’impostazione del cosiddetto “problema Manerbio/Leno” e della richiesta di autonomia aziendale, sono dimostrate dall’analisi di fondo che va fatta preventivamente e che porta all’acquisizione dei risultati di una serie di valutazioni tecniche, scientifiche e sociali in una visione complessiva, completa e di alto profilo del problema.Per giungere all’eventuale creazione di un’azienda ospedaliera, si deve infatti tenere conto rigorosamente di fattori fra i quali si segnalano:· il bacino di utenza reale;· la capacità ricettiva e organizzativa aziendale;· il finanziamento complessivo;· gli impegni della gestione per poter dare una risposta sempre e sicuramente qualificata alle esigenze dei cittadini in termini di qualità ed efficacia delle prestazioni.Nel caso specifico di Manerbio/Leno, a questa serie di analisi si deve aggiungere il dato oggettivo del risultato economico che è complessivamente negativo. Accanto a ciò va considerato che l’istituzione di una rete organizzativa ed amministrativa ex novo, con costi facilmente quantificabili e non certamente lievi, porterebbe a peggiorare ulteriormente e decisamente la medesima gestione economica e quindi l’equilibrio di bilancio dei due ospedali di Manerbio e Leno.Diversamente, spiega il direttore Foschini, l’appartenere ad un’Azienda già strutturata ed organizzata facilita la gestione per evidenti economie di scala che si possono attuare; di conseguenza si liberanno risorse a favore di una qualificazione delle prestazioni a vantaggio dei cittadini di tutto il territorio. A ulteriore conforto, sono da segnalare due cose: 1. è sotto gli occhi di tutti quanto è stato fatto e sta facendo l’AO di Desenzano in tema di investimenti – fra i più cospicui del bilancio aziendale – per nuove strutture e potenziamento del presidio manerbiese: la cronaca dei giornali ne è buona testimone;2. attualmente ogni presidio dell’Azienda Ospedaliera di Desenzano del Garda – quindi anche Manerbio/Leno – è operativamente autonomo: infatti ha un dirigente responsabile, una direzione sanitaria, un budget e strutture che consentono autonomia decisionale entro i limiti delle coerenza con le strategie aziendali, secondo un modello di decentramento (che altre aziende non seguono preferendo la vecchia gestione centralizzata) scelto perché risponde assai meglio alle esigenze del cittadino, che è il primo e autentico punto di riferimento. In questo modo sono stati conseguiti risultati davvero brillanti, come l’aumento dei numero delle prestazioni richieste e fornite, il raggiungimento di standard qualitativi elevati e confermati dall’accreditamento e particolarmente l’abbattimento dei tempi di attesa, per i quali quella di Desenzano è fra le primissime Aziende in Italia e la terza in Lombardia. Per concludere, due riflessioni-flash: 1) una sentenza del Tar ha respinto le richieste degli “autonomisti” ; 2) la composizione attuale delle Aziende Ospedaliere dipende da decisioni generali e strategiche che sono di competenza politica e che solo in sede politica possono essere eventualmente modificate.
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Intervento dell’Azienda Ospedaliera di Desenzanosu Manerbio/Leno
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