L’agenda del sindaco di Gargnano, Gianfranco Scarpetta, prevede per mercoledì 25 ottobre un impegno a Montecitorio: un convegno che ha per titolo «La forza dei territori per il futuro dell’Italia: l’impegno del Parlamento per i piccoli Comuni». Scarpetta farà parte della delegazione de’ «La Piccola Grande Italia».«Difficile – spiega il sindaco osservando il nutrito ordine del giorno e l’elenco degli oratori – che ci sia il tempo di intervenire e mettere sul tavolo i problemi concreti delle piccole realtà territoriali». Ma se uno spiraglio si aprisse, Scarpetta vuole togliersi un «sassolino dalla scarpa». Si tratta di una proposta che lui stesso avanzò un paio di anni fa, inoltrandola sia a Roma che all’Anci, Associazione dei Comuni d’Italia. Proposta caduta nel vuoto, con un tiepido interessamento dell’allora sottosegretario, il bresciano Daniele Molgora («vediamo cosa è possibile fare»), mentre dal canto suo l’Anci non rispose neppure. Ebbene, dice Scarpetta, «accostare l’attualissimo Decreto Legge Bersani numero 223 del 2006 alla mia proposta di allora (Bresciaoggi le dedicò ampio spazio il 29 dicembre 2004, n.d.r.) solleva notevole curiosità». Il perché è presto detto: «Per qualche anno – ricorda Scarpetta – chi non era residente nel nostro Paese non ha pagato le tasse da noi, neppure se possedeva una casa o una villa, purché queste avessero un reddito catastale inferiore a 3.000 euro. Tutto ciò era possibile grazie alla cosiddetta «no tax-area» istituita dal governo Berlusconi. Con il recente Decreto Legge Bersani è stata prevista la non applicazione di questa no tax-area per i non residenti in Italia. Di conseguenza anche gli stranieri dovranno pagare l’Irpef sulla loro seconda casa italiana».È stato, in questo modo, messo rimedio ad una ingiustizia. Ma per Scarpetta, questa decisione ha il sapore di una beffa per i Comuni turistici, con molte seconde case di proprietà degli stranieri. Spiega: «Un paio di anni fa avevo avanzato una proposta del tutto identica a quella che il Decreto Bersani ha fatto sua: sostenevo che non fosse giusto che lo straniero proprietario di una casa o una villa non pagasse l’Irpef sui beni posseduti in Italia solo per il fatto di non avere qui la residenza. Se lo Stato non voleva quei soldi, i Comuni turistici e le città d’arte con tante seconde case ne avrebbero tratto notevole beneficio. Invece lo Stato ha fatto un Decreto che incamera per intero l’entrata».E se quelle cifre fossero restate sul Garda? A Gargnano avevano fatto un po’ di conti, raccogliendo i dati riferiti ad alcuni Comuni rivieraschi: «Solo dal pagamento di questa tassa sulla seconda casa, Tremosine avrebbe incassato dagli stranieri più di 80.000 euro, Gardone Riviera quasi 32.000, Gargnano poco meno di 70.000. Il Garda bresciano sfiorava nel suo insieme la bella cifra di un milione di euro: soldi che potevano essere investiti sul territorio».Scarpetta, insomma, per un verso è soddisfatto per avere visto giusto, dato che un Decreto Legge applica a due anni di distanza una decisione che va esattamente sul binario prospettato: l’abolizione di un privilegio accordato agli stranieri proprietari di seconda casa in Italia. Ma questa «vittoria morale» porta con sé il sapore della beffa, con le nuove risorse finanziarie che viaggiano per intero verso le casse dello Stato. «Forse – conclude il primo cittadino di Gargnano- qualche sindaco gardesano poteva sostenere il mio tentativo. Invece molti non ci hanno creduto ed un bel gruzzoletto, anziché restare a noi, viaggerà verso Roma».
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Il sindaco di Gargnano Gianfranco Scarpetta mercoledì parteciperà ad un incontro a Montecitorio. «Il decreto Bersani fa pagare anche agli stranieri, ma i soldi vanno a Roma»