Mentre ci si affanna a trovare le giuste soluzioni per non deturpare l’ambiente e promuovere l’immagine del Garda Trentino chiedendosi cosa è necessario fare della fascia lago, c’è chi tace (altrove) e senza tanti proclami va dritto per la sua strada. L’occasione per parlare delle possibili destinazioni per la Miralago ci arriva da un articolo apparso mercoledì sul Corriere della Sera. “Nato il polo turistico di Lovere. Il lago d’Iseo sfiderà il Garda”. Titolone? A prima vista sì, perché per togliere al più grande lago italiano il suo bel primo posto in classifica ce ne vuole, ma se si continua a tentennare… Cosa hanno fatto a Lovere, graziosa cittadina di 5000 abitanti sul lago d’Iseo? Con quasi 14 milioni di Euro si è realizzata una struttura recuperando aree siderurgiche dimesse vicine alle rive del lago, costruendo “Resider” un impianto dotato di un porto con 300 posti ormeggio, una struttura di rimessaggio per imbarcazioni con posti all’aperto ed al coperto, un cantiere navale, un circolo velico e canottieri per le attività agonistiche ed amatoriali. Si è realizzata, inoltre, una foresteria con 52 posti letto a favore dei giovani che frequenteranno stage culturali e sportivi. Un grande edificio porticato, poi, è stato eretto vicino alla piazza di Lovere, circa 3000 metri quadri per attività artigianali, commerciali, bar, ristoranti, tavola calda, salette per convegni e per spettacoli. C’è, inoltre, un centro sportivo con campi da calcio, tennis, bocce, pallavolo e pattinaggio mentre le piscine sono già funzionanti. Il completamento della piazza pedonale, punto d’arrivo della passeggiata sul lungolago e d’incontro per attività all’aperto oltre che di servizio ai nuovi pontili galleggianti chiudono l’opera. Pensate che a Lovere vivono 5000 persone e qualcuno, legittimamente, ha sollevato qualche perplessità. Che servirà a fare, si sono chiesti i cittadini, questa mega opera che somiglia ad una cattedrale nel deserto? L’amministrazione comunale ha replicato: “l’opera è a Lovere ma serve a tutta la Lombardia, il cui bacino d’utenza è vastissimo”. Dunque, a prescindere dalla volontà d’appoggiare ulteriori colate di cemento sul territorio che, sia ben chiaro, non servono a qualificare ed aumentare l’offerta turistica, è necessario decidere anche a Riva cosa fare di quello che oggi si ha in mano, facendo in fretta. La Federazione Italiana Vela propone un “Sail College” alla Miralago? Parliamone. Perché dare per scontato – come sembra già fare la Riva della gente e degli operatori turistici – che non serve o che sarebbe solo per studenti ricchi? Si deve pur sapere che i volumi previsti dalle aule e dai servizi annessi al Sail College sarebbero meno della metà di quelli oggi esistenti: e quindi le altre attività (sociali, culturali, eccetera…) potrebbero conviverci. Si tratta solo di fare scelte intelligenti, anche se accontentare tutti sarà impossibile. Qualche scontento ci sarà sempre (è l’inevitabile prezzo da pagare) e pare già di sentirlo: da noi ci sono già cinque circoli velici, l’Ora non ce la toglie nessuno, le montagne neanche, se va bene ci fanno pure il golf, una struttura per velisti?… è l’ultima cosa che ci serve. A Lovere c’era un polo siderurgico molto importante, oggi riconvertito per il turismo. A Riva, invece, si tentenna. Non resta che aspettare. Magari tra vent’anni sulla fascia lago, a forza di pensare sorgerà una bella acciaieria!
!
Scetticismo preconcetto sul «Sail College» alla Miralago. E intanto Lovere fa sul serio