Recentemente, la chiesa di Costa di Gargnano è stata al centro di una ricerca storica che ha messo in luce le vicende di una famiglia ebraica scampata alla Shoah. Questo progetto, condotto dallo storico Bruno Festa con la collaborazione di Tullio Righettini e Remo Franzoni, si conclude con la quarta parte della narrazione. La storia si focalizza su Gino, un ragazzo che nel 1946 tornò a Costa per recuperare un anello d'argento nascosto durante la guerra, simbolo della speranza e della resilienza. Al termine del conflitto, il prezioso metallo fu restituito dalla comunità locale.
In un altro episodio significativo avvenuto negli anni Settanta, Monsignor Luigi Morstabilini visitò informalmente il Colonel e sua moglie Oliva nella loro casa a Mignone. Questo incontro, pur non essendo ufficiale, rappresenta un riconoscimento del loro coraggio durante le persecuzioni razziali. La visita del Vescovo potrebbe essere interpretata come un gesto di gratitudine verso coloro che rischiarono le proprie vite per salvare gli altri, sottolineando l'importanza della memoria storica legata alla storia della Shoah in questa zona del Garda.
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