La Comunità del Garda perde pezzi. Dopo Peschiera, Garda, Lazise e Castelnuovo è ora la volta di Malcesine, estremo lembo di territorio veronese al confine con il Trentino. Il consiglio comunale all’unanimità ha deciso, con delibera datata 9 ottobre, di uscire dall’organismo che coordina e promuove la tutela, la valorizzazione e lo sviluppo del bacino del più grande lago d’Italia. «Nessun motivo politico ma solo la constatazione di un mancato coinvolgimento all’interno della Comunità», sostiene l’assessore alla cultura Ferdinando Sbizzera. «Il tutto nonostante la nostra massima disponibilità a collaborare con l’ente. Fatti due conti abbiamo deciso di dirottare a “Malcesine Più”, istituzione locale con compiti legati alla promozione del turismo, la quota associativa destinata alla Comunità». Una cifra pari a 20 milioni equivalenti ai due millesimi del bilancio comunale. Peccato però che anche per il 2002 l’Amministrazione civica debba pagare la quota annuale. Il motivo è molto semplice ed è legato al recesso avvenuto dopo il 30 settembre. In pratica oltre i termini previsti dal codice civile e non tanto dallo Statuto della Comunità. Una vera beffa. Unica consolazione per Malcesine, se tale può essere, è che lo stesso errore in passato è stato commesso da Peschiera, Lazise, Garda e Castelnuovo. Ma al di là dell’aspetto economico, non c’è dubbio che l’uscita del paese dell’alto lago dalla Comunità suona come l’ennesimo campanello d’allarme nei confronti di un organismo sempre meno rappresentativo della riviera veronese. Non nasconde la sua preoccupazione lo stesso vicepresidente dell’ente Giovanni Zappalà, sindaco di Brenzone. «È tempo di valutare seriamente la presenza dei comuni scaligeri all’interno della Comunità. Ritengo però che per affrontare problemi inerenti il Garda sia necessaria una collegialità e sinergia tra i centri benacensi». Per il presidente Giuseppe Mongiello la Comunità del Garda «per acquisire autorevolezza deve diventare un ente che non somigli alla hall di un albergo, con gente che entra ed esce (Garda è prossima al rientro) a piacer suo in tutte le ore». «L’auspicio», sottolinea Mongiello in un comunicato stampa, «è che questa associazione volontaria si trasformi presto in Consorzio così che possa gestire, oltre alla rappresentanza e al coordinamento, anche qualche servizio indispensabile all’intero bacino gardesano. Pretendere che la Comunità sia un ente, al quale avendo pagato la quota associativa ciascun Comune possa vedersela dallo stesso restituita sotto forma di contributo per le proprie manifestazioni, significa non averne compresa la funzione». In merito poi alla decisione inaspettata di Malcesine di uscire dalla Comunità il presidente non ha nascosto che «sarebbe stato corretto essere stato interpellato preventivamente o quantomeno preavvisato in merito a una tanto grave decisione al fine di poter chiarire eventuali malintesi, rispondere a legittime obiezioni, approfondire alcune tematiche o progetti comunitari e concordare, qualora condivise, iniziative comuni».
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Un altro campanello d’allarme per l’ente che è così sempre meno rappresentativo della riviera veronese. Malcesine esce dall’organismo di promozione e sviluppo del lago Peschiera, Garda, Lazise e Castelnuovo avevano già lasciato
La Comunità perde i pezzi
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