Leggere un libro attraverso le parole e le immagini. Immagini però che celano significati profondi e allegorici. In questo modo Ennio Ferraglio, direttore della Biblioteca Queriniana di Brescia e responsabile del Settore biblioteche dello stesso Comune, ha inaugurato la mostra organizzata dalla Fondazione Centro Studi Campostrini di Verona in collaborazione con ArtCodex, atelier d’arte di Castelvetro di Modena. La lezione “I manoscritti medioevali: dagli scriptoria alle nuove tecnologie” sull’iconografia dei codici miniati si è soffermata sui tre grandi temi dell’esposizione dal titolo “Santi, cavalieri e bestie. Le meraviglie del codice medioevale”. Presenti al dibattito Rosa Meri Palvarini, presidente della fondazione scaligera, e Luciano Malagoli, presidente di ArtCodex.Ecco la doppia vita del libro: le immagini ci comunicano le informazioni attraverso l’allegoria che rimanda alla storia e a significati molteplici che vanno oltre le parole e la rappresentazione grafica. “Il santo è sempre stato, a livello iconografico, la figura più utilizzata per la sua semplicità, rappresentato nella dimensione umana poiché doveva essere riconoscibile e aderente alla realtà”, spiega Ennio Ferraglio. “La specificità di ogni personaggio sacro è caratterizzata attraverso un attributo esterno che rivela la grande cultura del miniatore e presuppone una conoscenza dell’osservatore riprendendo l’immaginario collettivo del tempo. San Giovanni è tale per la sua vicinanza con l’aquila, San Paolo rappresentato a cavallo, San Girolamo vicino al leone”. I cavalieri hanno una dimensione iconografica un po’ più libera rispetto a quella dei santi. Oltre alla difesa dei deboli e alla lotta contro il male e il nemico, l’immagine del cavaliere è antitetica rispetto a quella del santo perché combatte tra sangue e dolore. Ma la tradizione cortese tramanda il cavaliere colto, servitore dell’amore, lettore e compositore di poesie. Le bestie mostruose. Ma cosa significa mostro? Qualcosa che si guarda con meraviglia, nell’accezione iconografica ha spesso una valenza positiva perché è qualcosa che si toglie dall’ordine naturale delle cose, è unico, non ha eguali e si fa ammirare con stupore. La deformità dell’uomo, nell’ottica tardo medioevale, rimanda al peccato, dove la malattia evidente del corpo richiama l’imperfezione dell’anima. Alcuni miniatori rappresentano gli animali come soggetti attivi della parola di Dio anticipando il dibattito del diciannovesimo secolo sulla collocazione da dare alle creature minori. Spesso sono presenti nei codici la colomba, l’agnello, il pavone, il cervo e la gazza.La mostra è ad ingresso libero, è patrocinata dalla Provincia di Verona e dalla Regione del Veneto ed è aperta dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30. Il sabato e la domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30. Per ulteriori informazioni contattare la segreteria al numero 045-8670639/ 735 o visitare il sito www.centrostudicampostrini.it.
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Ennio Ferraglio, direttore della Biblioteca Queriniana di Brescia, racconta il doppio significato del libro miniato ripercorrendo l’iconografia dei santi, dei cavalieri e delle bestie