L’ennesima frana sulla statale Gardesana Occidentale ha lasciato il segno. La strada resterà chiusa – poco a sud di Limone – per tre settimane, quindi riaprirà con senso unico alternato. A patto che le condizioni atmosferiche permettano ai rocciatori di proseguire il lavoro. A 150 metri di altezza sulla Gardesana, sono in corso le operazioni di bonifica del fronte franoso: 40 metri alla partenza, allargatosi a un centinaio per poi restringersi nel finale. Seguiranno pulizia e sistemazione della decina di metri di carreggiata scaraventati nel Garda. Il lago ha ingoiato anche il muricciolo protettivo, sei metri della condotta fognaria del «Consorzio Garda Uno» ed il cavo dell’Enel. Circa 3.000 metri cubi l’entità complessiva della frana. La corrente elettrica raggiunge ora Limone dal Trentino. Lavori imprevisti, questi, che si aggiungeranno ad altri, già programmati, sulla martoriata Gardesana, e che inizieranno appena il tempo volgerà al bello e le formalità burocratiche saranno concluse. I lavori. La strada sarà interrotta un centinaio di metri prima dell’inizio della lunga galleria alle spalle di Campione (andando da Salò verso Riva) per la posa di reti, paramassi e bonifica della parete. Analogo intervento al chilometro 92,800. Si tenterà, poi, di dare soluzione alla condizione di un masso di circa 200 metri cubi, e seguirà la costruzione di una galleria artificiale di 170 metri, per collegare i tunnel tra Val de la Vigna e Corlor (a sud di Limone). Sul tratto di strada interessato dall’ultimo smottamento è prevista da tempo la costruzione di un tunnel di 800 metri, dalla galleria a sud dell’hotel San Giorgio fino al monumento che ricorda i morti della Barca Sesia. Fatti i carotaggi nel ventre della montagna, si attende da tempo la decisione di intervenire che, però, cozza con analoghe richieste avanzate per altri punti della strada. Il risultato è che la 45 bis presenta, in questi chilometri, una situazione allarmante. Vediamola. La storia. Un mese fa, il tratto della Gardesana occidentale tra Gargnano e Riva ha compiuto 69 anni: l’inaugurazione era avvenuta il 18 ottobre 1931. I 28 chilometri vennero costruiti in meno di tre anni (31 milioni e 400 mila lire di spesa), su progetto del tremosinese Riccardo Cozzaglio. Vi lavorarono 3.000 uomini, undici dei quali morirono. Negli anni ’60, frotte di turisti in macchina e in bus iniziarono a intasare la strada, che appariva ormai stretta e con le gallerie troppo basse. Nel maggio 1964, del problema si occupò la rivista «Quattroruote», che titolava il servizio: «Raddoppio o strada alta per la Gardesana Occidentale?» Il dualismo si trascinò per anni, dividendo l’opinione pubblica, gli amministratori locali ed i politici nazionali. Tra le due ipotesi (raddoppio della strada esistente o costruzione di una nuova strada a metà montagna) vinse la terza: adeguamenti stradali qua e là e allargamento di alcune gallerie. Tra progetti e spese : «Altri soldi contro i massi, in due anni spesi oltre trenta miliardi» titolava Bresciaoggi il 22 settembre 1992. Una cifra rilevante, cui si sarebbero aggiunti altri investimenti perlopiù per la posa di reti e di paramassi. Sono anni, gli ultimi dieci, prodighi di progetti e di spese. Qualcuno storse la bocca, come l’allora sindaco di Limone Guido Tosi, favorevole alla messa in sicurezza, ma che obiettava: «Spendendo la stessa cifra si potevano ampliare le gallerie, e il risultato sarebbe stato definitivo anziché provvisorio». Erano momenti di grande speranza e affiorò addirittura l’ipotesi di un nuovo tracciato per la Tormini – Gargnano. Nella primavera 1998 il raddoppio della prima galleria e lo svincolo per Tignale (70 miliardi) vennero finanziati e definiti cantierabili. La brutta sorpresa era dietro l’angolo: per «entrare in Europa», il Governo decise una serie di tagli, Gardesana inclusa. E, sull’alto Garda, sono tornati ad attendere, pensando alle soluzioni più diverse. Viabilità alternativa . La situazione del comune bresciano di Limone è particolare, visto che gravita in gran parte sul Trentino. La cittadina aveva, infatti, accusato un gravissimo contraccolpo nella primavera 1999, quando uno smottamento tra il paese e Riva aveva interrotto le comunicazioni. Quell’occasione fu tragica e registrò anche la morte di una persona. Questa volta, l’interruzione è avvenuta a sud del paese, che può fare ricorso a strade alternative (e un po’ tortuose) per i collegamenti con la zona meridionale del lago. La connessione è possibile abbandonando la Gardesana (la strada è sbarrata dall’Anas) all’altezza del porto di Tremosine e portandosi a Pieve, poi a Voltino, da dove si scende a Limone. Minore successo di utenza sembrano avere avuto – per adesso – le corse di aliscafo e traghetto che sono state istituite dalla Navigarda. Vi hanno fatto ricorso in pochi.
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Emergenza maltempo. La frana a sud di Limone imporrà almeno tre settimane di chiusura
La Gardesana in isolamento
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