L’Assessorato alla Cultura di Peschiera del Garda presenta “Il Seicento dopo Caravaggio: il Realismo”, un ricco percorso di opere provenienti da collezioni italiane del centro e nord Italia, di alcuni dei maggiori maestri – tra cui il Guercino, Massimo Stanzione, il Battistello e Mattia Preti – che fecero dell’impronta inconfondibile del Merisi il proprio linguaggio pittorico.
La mostra, organizzata in collaborazione con MV Eventi di Vicenza, sarà aperta al pubblico dal 12 giugno all’11 settembre 2016 e sarà curata da Francesco Boni e da Matteo Vanzan, con l’obiettivo di analizzare il percorso di una pittura che, grazie all’esperienza caravaggesca, acquisisce nuovi elementi espressivi. Le luci, il cromatismo, la materia, gli impasti saranno analizzati attraverso un percorso didattico capace di comunicare allo spettatore il fermento artistico vissuto in Italia e all’estero in quegli anni cruciali. Dipinti che portano con loro gli esiti del Rinascimento maturo e sono al tempo stesso densi della materia intellettuale che Giuliano Briganti insegnò a chiamare non più manierismo bensì maniera.
“Dopo il successo delle mostre d’arte dedicate a Andy Warhol e Mario Schifano, Peschiera del Garda si appresta a inaugurare una nuova stagione espositiva, ricchissima di appuntamenti, – afferma il sindaco di Peschiera del Garda, Maria Orietta Gaiulli. – La scelta di insediare nel nostro Comune eventi di prestigio legati al mondo dell’arte e della cultura, nel senso più ampio del termine, risponde ad un unico obiettivo: far comprendere che Peschiera non è solo una rinomata meta turistica dalle encomiabili attrattive paesaggistiche e mondane, ma è anche una cittadina con potenzialità culturali straordinarie, che necessitano di essere valorizzate al meglio. Ciò significa integrare l’offerta turistica arilicense, innalzandone chiaramente il livello culturale e, soprattutto, dare valore alle nostre eccellenze. Promuovere simili eventi ci consente di ampliare il bacino dei nostri visitatori, accogliendo e coinvolgendo fasce di pubblico estremamente eterogenee, dando spessore e importanza al turismo culturale e, al contempo, soddisfare le esigenze dei nostri cittadini”.
“Dalla scorsa estate, il nostro Comune ospita eventi che hanno portato nella nostra cittadina opere d’arte che sono state esposte nei più celebri musei di tutto il mondo, – afferma l’assessore alla Cultura, Elisa Ciminelli. – Tali esposizioni hanno regalato, a cittadini e visitatori, l’opportunità di ammirare gli originali di esponenti del calibro di Warhol, Schifano, Rotella e molti altri ancora. Ma il nostro lavoro non si arresta qui. Per l’imminente stagione estiva abbiamo scelto di ampliare il percorso espositivo, estendendolo dalla Palazzina Storica, che ha ospitato le mostre promosse finora, al Sottotetto della Caserma d’Artiglieria. Una decisione che nasce dalla volontà di creare eventi capaci di attrarre tipologie di pubblico diversificate, offrendo ai visitatori la possibilità di scegliere tra mostre completamente diverse tra loro: dai pittori del Seicento, prosecutori dell’opera del Caravaggio, ai lavori di generazioni di artisti che hanno raffigurato la più celebre diva del cinema. Un percorso tra passato e presente, antico e contemporaneo che vuole, ancora una volta, fare di Peschiera un polo culturale e artistico di spicco”.
Numerosi gli artisti in mostra. Per citarne alcuni Giorgio Vasari, Francesco Vanni, Gerolamo Muziano, Il Battistello, Massimo Stanzione, Il Guercino, Mattia Preti, Francesco Solimena, Giovanbattista Moroni, Filippo Lauri, Giacinto Brandi.
“Per Caravaggio, spregiudicato, al di là di qualsiasi regola, non esistono maestri se non la natura ed il vero – afferma il curatore Francesco Boni. – Nell’identificazione della luce con la materia nella medesima pennellata, la nobiltà del soggetto non conta più nulla; ciò che ha veramente peso è il rapporto diretto con la realtà che vive in chiave Shakespiriana, in un progressivo cammino verso la tragedia. Un’occasione per vivere delicati accordi cromatici della pittura del Seicento, il luminismo caravaggesco partendo proprio dall’analisi critica delle sue opere più importanti”.
“Abbiamo lavorato oltre un anno per ricercare gli artisti e le opere da presentare in questa esposizione – le parole del curatore Matteo Vanzan – che sarà suddivisa in sezioni: ‘Anticipazioni caravaggesche’, ‘il Caravaggio’, e ‘Le conseguenze’, dove sarà possibile ammirare l’olio su tela straordinario de Il Guercino Madonna con bambino (1635), opera principale della mostra assieme al San Giacomo nel deserto (1615) di Giovan Battista Caracciolo, oltre al Ritorno della Sacra Famiglia all’Egitto (1590) del Vanni con le sue forme aggraziate, i cangiantismi e i trapassi luministici”.
Fu Giorgione che, come Leonardo, sentì l’esigenza di superare la maniera secca quattrocentesca e affrontare da principio il problema dell’imitazione della natura. Nasce in pittura la necessità di eliminare le regole prospettiche che avevano governato l’inizio dell’Umanesimo e del primo Rinascimento: con Leonardo e Giorgione l’artista si concentra sulle possibilità mimetiche del dipingere; nasce l’interesse dell’imitazione dei fenomeni naturali e in particolare per la resa della fusione atmosferica delle forme. Giorgione abbandona l’applicazione delle regole tradizionali, “usando” secondo le parole del Vasari “nondimeno di cacciarsi avanti le cose vive e naturali e contraffarle”; ancora una volta la storia ci dimostra che nel momento in cui un movimento culturale trova la sua piena realizzazione, già nei suoi autori più significativi vivono i germi di quello che sarà il decadimento dell’idea principale. Essendo capaci però di indicare la nuova strada che la creatività proporrà di seguire.
Nella storia del realismo c’è un artista che sconvolge la pittura nella realtà europea. Non dimentichiamo che nel 1585 Caravaggio è un giovanissimo che a Milano studia i pittori lombardi mentre Annibale Carracci realizza la famosa macelleria oggi conservata a Oxford, dipinto che stravolse tutte le teorie sul sorgere della nuova pittura borghese nel nord Europa. Con Caravaggio si realizza una scossa profonda in tutto l’ambiente dell’arte, sia quello romano dove il suo impatto è devastante, sia nel resto d’Italia: la novità del suo stile viene recepita a Napoli, in Sicilia, in Toscana, nel Settentrione ed ha ben presto diffusione a livello europeo.
La rivoluzione naturalistica costituisce materia di studio per i prosecutori della sua opera in funzione delle tante novità che suggerisce: una pittura che acquisisce nuovi elementi espressivi, l’artista ha il compito di mostrarci la visione della nuova spiritualità impostata sulla connessione e identificazione di divinità e natura. Dello stile di Caravaggio si imitano il più delle volte solo i tratti più evidenti, ossia la manipolazione delle luci e delle ombre e l’impiego di modello dei ceti più umili. Tutti i suoi seguaci in qualche misura ripresero queste caratteristiche. Ma la sua capacità di penetrazione psicologica e l’autenticità con cui rappresentava l’umanità dei suoi personaggi erano al di là della capacità di comprensione dei suoi seguaci.
La storia del caravaggismo italiano, dunque consiste più in un adattamento dei tratti caratteristici dello stile del maestro che nella riproposta dello spirito della sua arte.
La mostra sarà aperta dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 21.00 Ingresso 5 euro – ingresso gratuito under 14.