lunedì, Dicembre 23, 2024
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Le zattere fanno argine, ma non c'è da illudersi troppo: il lago soffrirà ancora

La maledetta schiuma scavalca la barriera

La maledetta schiuma d’alghe che ormai da anni intristisce l’immagine del golfo rivano da aprile a novembre (è una poltiglia innocua e per nulla inquinante, ma agli occhi del turista fa lo stesso effetto di un water usato senza sciacquone) è tornata a mostrarsi in quantità industriale nella mattinata di ieri, quando la pur robusta barriera posta davanti allo scarico della centrale (è qui e nella centrifugazione della flora del lago di Ledro la fonte di tutti i mali: è noto) non è riuscita contenere del tutto il diffondersi della chiazza nei luoghi più frequentati del lungolago: vale a dire la passeggiata che va dalla Casa Rossa al porto di piazza Catena.Il ritorno, alla grande, della schiuma ha naturalmente messo in allarme la piccola task-force di volontari che, guidati da Paolo Matteoti, stanno appunto tentando di arginare il fenomeno con le zattere galleggianti poste davanti all’uscita a lago delle condotte forzate della centrale. «Dobbiamo davvero pensare di rendere più impermeabile lo sbarramento subacqueo – dice Matteotti – E’ una modifica tecnica indispensabile, perchè quello che abbiamo messo in acqua finora può servire solo se le schiumate sono ridotte. Poi bisogna pensare anche a qualche strumento di raccolta della poltiglia che si forma all’interno della barriera. C’è, e ci sarà per tutta l’estate, un forte movimento di battelli e traghetti: non possiamo illuderci che il continuo rimescolamento dell’acqua non generi delle fuoriuscite nel golfo. Infine credo che si debba chiedere a responsabili della centrale un dosaggio più equilibrato tra le quattro feritoie da cui esce l’acqua della condotta».L’ottimismo di settembre (quando la barriera di zattere era stata positivamente sperimentata, ma era un periodo di bassa concentrazione delle alghe), sta insomma lasciando il posto ad una realistica presa di coscienza che la battaglia contro le schiume sarà molto dura anche quest’anno. E il rischio che a lungo andare ci siano forti ripercussioni sull’economia turistica non è da trascurare.Forse la mossa più giusta era stata quello di quel privato cittadino (Giancarlo Angelini) che, carta alla mano, aveva informato del «danno d’immagine» (è un reato penalmente perseguibile?) la Procura. Certo che se un’iniziativa del genere fosse stata presa dal sindaco in prima persona l’impatto ed anche le eventuali inchieste sarebbero state ben più efficaci. Invece non si ha notizia di nulla. Cosa aspettano gli operatori economici di Riva, gli amministratori, l’Apt a mettere un po’ di sale sulla coda all’Enel?

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