lunedì, Dicembre 23, 2024
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In calendario mostre, scenografie e performance dedicate alla favola di Collodi.

La Notte di fiaba si fa in sette In scena Pinocchio e i fuochi

A Riva è iniziata la settimana della «Notte di fiaba», incentrata su Pinocchio e sullo spettacolo pirotecnico di sabato. La favola di Collodi viene sviluppata negli angoli più caratteristici della cittadina, con grandi figure in cartapesta, il filo conduttore dei narratori e l’apporto diretto del pubblico, che in alcuni momenti diventa protagonista. Nel Museo Civico è stata inoltre allestita la mostra antologica internazionale d’illustrazione per l’infanzia di Sarmede (Treviso): un modo per entrare ancora più a stretto contatto col mondo della fantasia. Da lunedì, burattinai e attori hanno iniziato a utilizzare ogni angolo disponibile per far rivivere le avventure del simpatico burattino di legno, ricche di fate, orchi, mostri marini e animali parlanti. Un campionario di figure e di situazioni divertenti, che consentono di dare consistenza, corpo e forma a immagini, sogni, ricordi. C’è un naso che si allunga, code e orecchie che spuntano a sorpresa, ci sono furbi, cattivi, impostori, monelli e papà pazienti. Domani alle 16, il racconto prenderà il via da piazza Cavour, preceduto da uno «spirito guida» che lascerà tracce del suo passaggio e presenterà i personaggi principali della fiaba. Il percorso si snoderà attraverso via Mazzini, piazza Garibaldi, piazza delle Erbe, piazza San Rocco e la Galleria San Giuseppe, con fughe da gendarmi, guai e incontri con la fatina. Ma il cartellone non si esaurisce qui, e tante altre sorprese attenderanno i turisti e i visitatori: tra canti, storie, balli e narrazioni si arriverà a sabato, col momento clou, ovvero lo spettacolo pirotecnico, al quale assistono mediamente almeno quarantamila persone provenienti da molte province. I fuochi si sparano da terra (da Punta Lido, dove sono piazzate le cariche più grosse) e dal lago, a circa 200 metri dalla riva e su chiatte. Servono due giorni agli uomini della ditta Mattarello di Arquà Polesine per caricare il materiale. In passato lo sparo si comandava con chilometri di cavi elettrici, che passavano di postazione in postazione per chiudere i circuiti. Adesso si utilizzano gli impulsi radio. Il vero nemico è il vento. Il rischio, infatti, è che le parti infuocate cadano sul pubblico a terra, creando situazioni di panico, o vadano a incendiare tetti o alberi. Inoltre le raffiche creano onde, e impediscono di calcolare le traiettorie. Da qui la necessità di un rinvio di 24 ore. E veniamo all’ultima giornata, quella di domenica. Alle 11 l’apertura de «L’abbecedario» nel Museo Civico (la mostra di illustrazioni proseguirà fino al 4 settembre), de «Il paese dei balocchi» in piazza Garibaldi, e de «L’osteria del Gambero rosso» in piazza Battisti. Alle 15.30 la partenza da piazza Cavour del corteo, alle 16 lo show della «Non melting ice cream band» in piazza Catena, alle 18 lo spettacolo «I folli» in piazza 3 Novembre, e alle 21.30 l’esibizione dell’Accademia di danza e ballo. Nella tradizione di Riva, la Notte di Fiaba occupa un posto importante. Già nell’Ottocento la città si vestiva a festa per salutare gli ospiti e dare l’addio all’estate. Gli ingredienti: luci, eventi, musica e giochi. Gli archivi ricordano minuziosamente programmi, iniziative e costi di quelle giornate in cui la comunità scendeva nelle piazze in allegria. Nel dopoguerra la fiaba veniva raccontata dai natanti allegorici che, a mo’ di Carnevale, sfilavano sulle acque del golfo. I comitati che si sono succeduti hanno dato sempre una loro impronta. L’attuale gruppo organizzatore fa capo all’ex sindaco Enzo Bassetti, e ha organizzato una edizione utile e divertente per nonni, nipoti, figli e genitori, prendendo come scenografo Emilio Cinquini, un artigiano di Viareggio che costruisce carri dal 1983. Utilizzando la cartapesta, ha realizzato allestimenti per l’Opera di Parigi, il Festival Pucciniano, la cerimonia d’inaugurazione dei campionati del mondo di calcio di Italia ’90. Cinquini collabora poi col premio di satira politica di Forte dei Marmi. Il «Corriere della festa» spiega che sono stati necessari 120 giorni di lavoro per 2.245 ore, 2 quintali di carta, 15 di gesso, 300 di ferro, 100 di colori ad acqua, 8 scenografi che hanno lavorato ininterrottamente per due mesi tra Riva e Viareggio, 200 musicisti, 80 ballerini, 80 volontari, 20 scatole di pennarelli, 200 fogli di carta, tanta pazienza, 3 animatori per bambini, 8 narratori, 10 attori, tantissimi kilowatt, 150 chilometri di cavi, 20 marche da bollo, 500 lettere e francobolli e 1500 litri di birra. Poi l’elenco prosegue con 5000 di acqua, 2 disc jockey, 400 metri quadrati di palco, 10 chilometri di transenne, 2 tir, tanti favori, tantissimi chiodi e cambrette, listoni di legno, 1095 caffè e brioches, altrettanti bicchieri di latte macchiato, 100 libri letti, 23 visioni del film, 15 incubi notturni, 120 gilet e coppole da spazzacamino, 150 kg di fuliggine, 45 riunioni, 56 ore di prove coreografia, 15 mila biglietti della lotteria e molto altro ancora. Sarà vero o anche i redattori del notiziario hanno il naso da Pinocchio? In aprile la manifestazione era stata presentata addirittura nell’Automobile Forum di Berlino, il palazzo di tre piani nel quale la Volkswagen (proprietaria dei marchi Bugatti, Rolls Royce, Bentley, Seat e Skoda) non vende automobili ma ospita mostre, convegni, conferenze e mercatini.

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