mercoledì, Gennaio 15, 2025
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Patrimonio ittico & Ambiente . Alcune specie come la trota, il carpione e l’alborella stanno ormai scomparendo Rive pulite e balneazione vietata in tutte le zone di riproduzione

La ricetta per salvare i pesci del lago

Le rinnovate tecniche e l’introduzione di nuove specie ittiche hanno modificato nel tempo l’attività della pesca nelle acque del Garda. L’evolversi poi nell’intero bacino benacense dell’attività turistica e del terziario ha portato a una radicale metamorfosi nell’ambiente della pesca e produzione ittica. La situazione attuale è emersa in tutta realta con la radiografia fatta dal biologo Ivano Confortini intervenuto al seminario di ieri organizzato a Garda dalla Federcoopesca in collaborazione con il ministero per le Politiche agricole e forestali e il Comune, dal tema «La pesca responsabile: prospettive e problematiche delle acque interne». Lo stato di fatto è che di fronte alla drastica contrazione dei pescatori professionisti, ridotti a non più di 150-180 quelli che operano sull’intero bacino gardesano, dai più di 1.000 all’inizio del secolo scorso, si contrappone l’allargarsi della schiera di chi la pesca la pratica in modo dilettantistico. Quello che invece rimane costante nel tempo è la quantità totale del pescato, seppure con notevole diversificazione tra le varie specie ittiche, che per quanto riguarda il lago di Garda si aggira complessivamente intorno alle 600-700 tonnellate annue. Quota equamente divisa, secondo l’analisi degli esperti, tra le due categorie di pescatori pur tenendo presente le difficoltà a quantificare la produzione della pesca dilettantistica nel suo insieme. Ma il problema di fondo, messo a fuoco dal seminario è quello di come intervenire per preservare un’attività produttiva come quella della pesca e questo in compatibilità con l’ambiente. La radiografia fatta da Confortini, funzionario responsabile dell’Unità organizzativa pesca della Provincia, evidenzia come ci si trovi in presenza di specie ittiche che vanno scomparendo come carpione e trota lacustre, mentre crescono o si mantengono inalterate produzioni, seppure con fase ciclica, come quella del lavarello, dell’agone (sarda), del luccio, e della tinca. Situazioni contrapposte quelle inerenti il persico e l’alborella (aole): la prima specie in costante crescita, mentre l’altra con contrazioni paurose negli ultimi anni del secolo scorso, con pericolo di scomparsa della specie visto il risultato del pescato dello scorso anno. La difficoltà delle alborelle a riprodursi nelle rive sembra legata a una serie di concause: mucillagine, anatre in aumento e cormorani; quest’ultimi che si cibano di mezzo chilo di piccolo pesce al giorno. La proposta arrivata dal biologo Alvise Vittori è stata quella di coltivare e tenere pulite le rive e interdire alla balneazione le zone di riproduzione. Seminario apertosi con i saluti del vice sindaco di Garda Giampaolo Rossi, del dirigente regionale della Federcoopesca Enzo Fornaro, mentre Mauro Richieri, dirigente dell’Unità faunistica venatoria della Regione, nel portare il saluto dell’assessore della pesca Conta, ha sottolineato come in Regione si attendano proposte progetturali concrete da parte della cooperativa «Fra pescatori» e dal Garda e questo in difesa del patrimonio ittico e conservazione delle valenze culturali e turistiche. Alessandro Salvelli del settore veterinario dell’Asl di Bussolengo si è invece soffermato sulla vigilanza e nel seguire un alimento deperibile come il pesce, dal pescato all’immissione sul mercato, non trascurando il «benessere animale» pre e post mortem e questo a tutto vantaggio della qualità. Fabio Gaggia, presidente della corporazione degli Antichi Originari, depositaria della cultura del passato, ha tracciato quale potrebbe essere il nuovo ruolo degli originari in diretta difesa delle rive, e la tutela dell’acqua. Tirando le conclusioni dell’incontro, con moderatore Renzo Policante dell’Ufficio turistico della Provincia, Gilberto Ferrari direttore generale della Federcoopesca si è congratulato con la cooperativa «Fra Pescatori» per i progetti di valorizzazione del prodotto.

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