La costruzione della Roggia Lonata è la più grande impresa che ha contrassegnato gli epocali eventi dei secoli XIV e XV nella storia di Lonato.
Nel febbraio del 1339, infatti, fu completamente raso al suolo l’antico piccolo borgo lonatese che si stringeva attorno alla primitiva Pieve di San Zeno e al suo castello ad opera di una banda teutonica capitanata da un Lodrisio, membro cadetto della famiglia Visconti, che si era illuso di impadronirsi della Signoria di Milano.
Negli anni immediatamente successivi la popolazione, nell’intento di proteggersi da future calamità, si trasferì tutta intorno alla antica Cittadella, dove sorse anche la nuova chiesa parrocchiale intestata al secondo patrono S. Giovanni Battista.
Qui fu costruito il forte castello visconteo e la nuova Lonato fu cinta da possenti mura, incorporando la vecchia Cittadella. L’antica Pieve, dopo che fu rimessa in piedi con il recupero dei materiali rimasti, fu definitivamente abbandonata.
I Visconti si sentirono chiaramente colpevoli delle tante disgrazie subite dai diletti e fedeli cittadini di Lonato ad opera della scellerata masnada di Tedeschi, sostenendo saccheggi e incendi, stragi e moltissimi altri danni concessero loro immediatamente l’esenzione totale di ogni taglia o gabella. Per concessione speciale fu loro riconosciuta giurisdizione separata da Brescia e approvati appositi Statuti. In Lonato fu insediato un Vicario.
Il Comune e gli uomini di Lonato ottennero, inoltre, da Bernabò Visconti (1323-1385) il permesso di costruire la Seriola, quella grande opera che, traendo l’acqua del Chiese in località Cantrina di Bedizzole, la portava nel territorio di Lonato per l’irrigazione di quante più terre era possibile.
Il più antico documento che si riferisce alla Roggia Lonata, con il quale i lonatesi sono legittimati e autorizzati alla derivazione dell’acqua dal Chiese è la pergamena n. 314 conservata nell’Archivio Storico del Comune di Lonato redatta dal notaio Guidotto Giovanni di Longhena rogata in Brescia in data 21 novembre 1364.
I lonatesi si dedicarono alacremente all’acquisto dei terreni in territorio di Bedizzole, come testimoniano le numerose pergamene dell’Archivio Comunale che portano date fra il 1364 e il 1366. I lavori per la completa realizzazione della grande opera furono portati a termine pochi anni dopo.
In un documento inedito, datato 12 maggio 1388, trascritto per futura memoria al termine dell’unica copia esistente degli Statuti Civili e Criminali di Lonato, conservata presso la Biblioteca Ugo Da Como (segnatura 109 da foglio 307 a 317) si segnala che in quella data erano già stati assegnati i primi terreni da irrigare al Cominello, diviso in sette comparti, iniziando dal Confine con Castiglione (Esenta ancora non era stata creata).
Questa suddivisione in sette zone, oltre a fornirci un lungo e interessante elenco dei lonatesi del secolo XIV , finora sconosciuto, ci conferma l’origine della denominazione, ancora oggi praticata, dei campi del Cominello con giorni della settimana dal lunedì alla domenica, corrispondenti ai giorni d’acqua allora praticati.
Nel numero di marzo 2016 Gn ha tratto spunto da questo elenco per ricavarne, anche parzialmente, una prima anagrafe dei lonatesi che è di grande interesse perché i registri di nascite, morte e matrimoni sono stati resi obbligatori ai Parroci dopo il Concilio di Trento, cioè a metà del 1500.
Negli Statuti Civili di Lonato concessi dal Gonzaga nel 1412 si trovano i primi articoli che dettano norme per l’uso della Seriola. L’articolo 236 sulla Manutenzione dei canali e degli argini, l’articolo 237 circa le chiaviche da tenere sui canali maestri e l’art. 239 sul divieto di turbare l’irrigazione e la proibizione ad ostacolare il decorso prendendo terra dai campi altrui.
Quando Lonato passò dalla dominazione Gonzaga a quella di Venezia, con privilegio del doge Francesco Foscari del 17 settembre 1440 ai Lonatesi venne confermato il possesso e il godimento della Lonata.
Nel 1417, quando ormai da decenni erano praticate pacificamente le irrigazioni, quelli di Bedizzole nel tratto di territorio ove passava la Seriola, ingrandirono la bocca vicino al ponte detto Salago in modo che ai lonatesi venne a mancare l’acqua.
Dopo aspre contese reciproche, si giunse a una nuova transazione fra i due Comuni il 12 settembre 1437, con la quale veniva lasciato a Bedizzole il suo orario di acqua e si ordinava allo stesso di sistemare la condotta sul suo territorio.
Altra contesa per il bocchetto detto Salago sorse nel 1548. Essa fu composta con la condanna del Comune di Bedizzole al pagamento della multa di lire 914,9 per indennizzo delle spese sostenute da Lonato.
Quelli di Bedizzole, tuttavia, non cessarono mai le azioni ostili e i danneggiamenti, specialmente alle opere di derivazione in località Cantrina. Esse sfociarono col tempo anche in gravi fatti di sangue.
Riferisce Cenedella nelle sue “Memorie Storiche Lonatesi” che “nel giorno 1 aprile 1622 le cose passarono ogni confine. I Deputati alla escuriazione della Seriola erano già stati alla Bocca che è sul confine del Comune di Bedizzole con quello di Mocasina , ove, qualche giorno prima , quelli di Bedizzole avevano maltrattato il guardiano e, facendo i successivi partaggi d’incanto, i Deputati erano arrivati poco lungi da Lonato, al ponte del Mulino Corlo. Quelli di Bedizzole intanto li prevenivano per altra strada perchè molti di costoro armati di fucili e anche a cavallo , si fecero incontro ai nostri insultandoli con grida e minacce, da queste passarono ai fatti. E i lavoranti si azzuffavano, incominciando con badili, indi con fucilate di quelli a cavallo ed ammazzavano messer Girolamo Pistone ed il signor Lodovico Patuzzi altro deputato, Andrea Avosto , Capo lavorante, ferirono molti che precipitosamente fuggirono. Lo spavento in paese fu al colmo: si suonava a stormo, si armarono in gran numero i nostri, ma i tristi di Bedizzole, preveduto il pericolo della vendetta, si dispersero fuggendo nei prati vicini e nei campi. I Consoli informarono immediatamente il Consiglio dei X mediante staffetta ed il 17 successivo si denunciava formalmente al Podestà di Brescia il fatto. Il giorno 17 maggio si riuniva il Consiglio per addivenire ad a stabile convenzione con il Comune di Bedizzole per finire ogni questione, ma non mi consta poi come gli autori siano stati puniti”.
Finalmente, nel dicembre 1715, si giunse a una definitiva transazione, con la quale, liquidate le spese già fatte nella cifra di lire 3.900 piccole da pagarsi da Bedizzole, restò stabilito che questo Comune fosse tenuto a pagare poi la somma annuale di lire 200 piccole a titolo di manutenzione.
Pubblicato nel Numero di Settembre di Gienne
Continua nel numero di ottobre di Gienne