lunedì, Dicembre 23, 2024
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A Tignale opera una delle ultime tre distillerie italiane con alambicco a fuoco diretto. Battezzata così da D’Annunzio, viene prodotta solo pochi giorni all’anno

La «Rugiada delle Alpi», una rarità

Il nome, «Rugiada delle Alpi», viene dalla fervida immaginazione di Gabriele D’Annunzio: così il poeta battezzò questa grappa prodotta ancor oggi a Tignale, in quella che è rimasta una delle ultime tre distillerie italiane con alambicco a fuoco diretto. «Un vero e proprio patrimonio storico da tutelare, ma che i bresciani non conoscono affatto», dicono i soci dell’Adid. Di proprietà di Adriana Bettanini, situata nel palazzo di famiglia, la piccola distilleria di Tignale è probabilmente l’ultima in Italia ad essere regolata da una licenza a tassa giornaliera, eredità dei tempi del vecchio Impero austro-ungarico. L’alambicco a fuoco, che come abbiamo detto è ormai una rarità assoluta, venne sequestrato dalla Guardia di Finanza ad alcuni contadini verso la fine dell’800, e in seguito acquistato da Filippo Bettanini, nonno dell’attuale proprietaria, che lo lasciò al figlio Alessandro. D’Annunzio era un amico di famiglia, e nei pochi giorni di distillazione concessi a novembre era solito recarsi a Tignale per assistere al rito della produzione della «Rugiada». Oggi la distilleria, come ai vecchi tempi, funziona solo per pochi giorni all’anno, e produce poche centinaia di bottiglie che, dicono i soci dell’Adid, sono una rarità per collezionisti e amatori. Una piccola nicchia che scompare davanti ai grandi numeri dell’industria, ma che ha dalla sua il fascino della storia e della tradizione.

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