La scarsità di precipitazioni degli ultimi mesi ha ridotto drasticamente le riserve idriche dei bacini lombardi, che mostrano un deficit del 55% rispetto alla media storica. La Regione ha convocato un tavolo permanente per l’utilizzo della risorsa idrica e ha chiesto ai gestori idroelettrici e agli enti regolatori dei grandi laghi di trattenere acqua il più possibile.
Tra i laghi più colpiti dalla crisi idrica ci sono il Maggiore, il Como, l’Iseo e l’Idro, che presentano livelli di riempimento molto bassi, tra il 5% e il 30%. L’unico che sembra tenere bene è il Garda, che oggi è a +105 cm sopra lo zero idrometrico e ha un livello di riempimento dell’80%.
Il Garda è infatti alimentato da numerosi affluenti che provengono dalle Alpi e dalle Prealpi e che beneficiano delle nevicate invernali. Quest’anno la quantità di neve caduta è stata leggermente superiore allo scorso anno (+31%), ma non sufficiente a compensare la mancanza di pioggia.
Il Garda è anche il più grande lago italiano per superficie e volume ed ha quindi una maggiore capacità di conservare l’acqua. Inoltre, essendo diviso tra tre regioni (Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige), è soggetto a una gestione condivisa tra diversi enti che ne regolano le erogazioni negli emissari.
La situazione del Garda però non deve far abbassare la guardia: la siccità è un fenomeno sempre più frequente e grave a causa dei cambiamenti climatici e richiede interventi strutturali per garantire la sicurezza idrica del territorio e la salvaguardia dell’ambiente.