Il livello delle acque del Garda continua a scendere inesorabilmente. Ieri mattina ha toccato il minimo stagionale: + 23 sul livello idrometrico di Peschiera. Un mese fa si era a + 40. «E’ una situazione di grande difficoltà – dice il segretario generale della Comunità, Pierlucio Ceresa -, tanto che abbiamo deciso di convocare tutti i sindaci del lago mercoledì 10 agosto, ore 11, a Monzambano. Da lì sarà possibile effettuare un sopralluogo a Salionze». Dove si trovano le chiuse che regolano il deflusso lungo i canali delle campagne mantovane. Nel 2003, l’anno della grande siccità, il 29 luglio il livello era + 34 centimetri, undici più di adesso. Allora il calo fu costante, tanto che a metà settembre venne raggiunto il punto di appena 8 centimetri! Record negativo, almeno per quanto riguarda i tempi recenti. Poichè il calo attuale è di un centimetro al giorno, se non qualcosa di più, probabile che a Ferragosto si scenda sotto zero. Ricordiamo che il minimo stabilito dal Ministero dei lavori pubblici una quarantina di anni fa è + 15, con la possibilità (in caso di magre eccezionali) di derogare fino a – 5. Che è poi il limite più basso di tutti i tempi, raggiunto nel lontanissimo 13 febbraio 1922. A valle, lungo il Mincio, gli agricoltori stanno stringendo la cinghia, visto che ora prelevano meno del consentito: 69 metri cubi al secondo, equivalenti a cinque milioni e 962 mila metri cubi nell’arco delle 24 ore, cioè quasi sei miliardi di litri, contro gli 88 mc. massimi previsti da un vecchio accordo stipulato a livello interministeriale (dal 15 agosto dovrebbero scendere a 68, e nel periodo autunnale e invernale a 22). Ma è chiaro che, in mancanza di piogge, le prospettive sono nere. Sia per i turisti in vacanza sul lago che per le colture da irrigare. Al momento la navigazione dei battelli si svolge regolarmente. Stesso discorso per la balneazione o le attività sportive (surf, immersioni). Del resto il Garda, con una superficie di 370 chilometri quadrati, e una profondità media di 135 metri, non va in crisi per un metro in meno di acqua. Ma gli effetti secondari sono ben visibili: putrefazione delle alghe nei bassi fondali, tubi fognari scoperti (non tutti i liquami entrano nel collettore unitario, per cui alcuni tronchi scaricano direttamente a lago), zanzare in agguato (aumento delle “punture” e necessità di ricorrere alle cure mediche). A fine giugno, in un incontro svoltosi a Gardone Riviera, i sindaci hanno invitato le Regioni della Lombardia, del Veneto e la Provincia autonoma di Trento a farsi carico del problema, per «affrontare in modo unitario la questione della qualità e quantità delle acque del lago, al fine di verificare puntualmente adduzioni ed emungimenti, anche in confronto con l’Enel e i Consorzi, nella prospettiva della ridiscussione dei contenuti delle concessioni per il prelievo, in scadenza». Quali le linee-guida? Eliminare gli attuali sprechi a valle, mediante la razionalizzazione dei sistemi di irrigazione, il riordino delle utenze, l’introduzione di nuove volture che richiedano un minor quantitativo di acqua; elevare il livello minimo dagli attuali 15 centimetri a 30, con la conseguente riduzione dell’escursione (già nel ’97, con una mozione approvata da numerosi consigli, i comuni rivieraschi hanno inutilmente chiesto di alzare a tale livello la quota minima); applicare il principio di proporzionalità, rapportando le erogazioni per le campagne del mantovano alle effettive disponibilità. Alla riunione di mercoledì 10 agosto il presidente della Comunità del Garda, Pino Mongiello, ha invitato i sindaci, gli amministratori provinciali e il Consorzio del Mincio, che rappresenta le aziende agricole. Interverranno gli ingegneri Luigi Mille e Salvatore Rizzo, dell’Agenzia interregionale del Po. «La situazione è grave – conclude Ceresa -, e impone adeguate misure».
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Il Garda è ormai al minimo mercoledì sindaci a raccolta