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Andranno scuramente a far parte della storia lonatese e bresciana i due volumi riguardanti “Maguzzano – Storia di un’Abbazia” scritti da Giuseppe Gandini ed editi dalla Grafo per l’Associazione di Studi Storici “Carlo Brusa” di Desenzano del Garda.

La storia dell’Abbazia di Maguzzano raccolta in due volumi

Andranno scuramente a far parte della storia lonatese e bresciana i due volumi riguardanti “Maguzzano – Storia di un’Abbazia” scritti da Giuseppe Gandini ed editi dalla Grafo per l’Associazione di Studi Storici “Carlo Brusa” di Desenzano del Garda. Un opera miliare frutto di anni, circa una ventina, di studi e di ricerche sfociati in un opera senza eguali nemmeno in località più grandi e più blasonate della la vostra – ha sottolineato nel corso del suo intervento di presentazione don Giovanni Spinelli, Segretario del Centro Storico Benedettini Italiani –. Volumi importantissimi questi che vanno ad aggiungersi ad altri scritti sulla storia di conventi ed abbazie, nella maggior parte appartenute ai benedettini. Non si può scrivere la storia dei benedettini se prima non si scrive la storia di ogni monastero sparso in Italia e nel mondo – ha proseguito don Spinelli -. Quella di Maguzzano e dell’Abbazia è una storia che si perde lontano nei secoli e che ha visto oltre a distruzioni e ricostruzioni, anche momenti di particolare interesse per la storia ecclesiastica, come la presenza ed il soggiorno del cardinale mons. Reginaldo Pole o, di Merlin Cocai, anche se il cui soggiorno sembra essere non certo. Ma poi anche la presenza, tuttora attiva, della Congregazione dei Poveri servi della Divina Provvidenza di don, ora Santo, Giovanni Calabria. Ma la storia raccontata in questi due volumi, il primo quasi un racconto, un profilo storico, di facile lettura e comprensione; il secondo una raccolta di documenti molti dei quali inediti fatta negli archivi di mezza Italia, addirittura raffrontati fra due “repertori”:quello del 1740, conservato spedito all’archivio benedettino cassinese di Ognissanti di Mantova assieme a 150 pergamene, e quello del 1753 rimasto a Maguzzano assieme alle copie delle pergamene e poi trasferito alla Biblioteca Queriniana di Brescia. In questa “Storia” nulla è stato lasciato al caso e nulla all’invenzione . tutto si basa su lunghe ricerche e confronti fra questi e quei documenti, la sola bibliografia ne testimonia l’impegno delle ricerche. A Maguzzano esistevano già dal 1247 i monaci-sindaci che agivano a nome e per conto del vescovo di Verona. Ma Maguzzano è stato anche comune, un “comune speciale. Non vi abbiamo mai incontrato ilo,riferimento ad un podestà, né ad un governo delle Arti – scrive Gandini –. Troviamo invece, oltre al sindaco, religioso o secolare, il console, i massari, gli estimatori, i ragionati, il camparo”. La prima seduta documentata del Consiglio Comunale porta la data del 1628, l’ultima il 19 gennaio 1721. fra i vari documenti ritrovati e analizzati è stato rinvenuto anche lo stemma del Comune di Maguzzano. Una serie di stupende fotografie, di Basilio Rodella, completa l’opera la cui reperibilità è presso l’associazione Carlo Brusa di Desenzano o la Parrocchia di Maguzzano. Non eccessivo il prezzo di copertina fissato in 160 mila lire ridotto però, fino a dine anno, a 100 mila lire.

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