Parla di «danno irreparabile, oltre che per il Frassino, per tutto il paese». Spiega che il Comitato per la difesa del Santuario e del territorio, di cui è portavoce, «è nato per difendere l’identità della gente di Peschiera, le sue radici, la sua incolumità, le ragioni stesse della sua esistenza e della sua storia millenaria». Ricorda che «ancora nel 2000 è stato redatto un documento sottoscritto da 7.000 cittadini in cui si proponeva al Consorzio Tav una soluzione alternativa al passaggio – già deciso – dei supertreni nel cuore di Peschiera e a 100 metri dal Frassino mediante lo studio di un progetto che prevedeva di far correre per 12 chilometri l’Alta velocità a sud del paese, in aperta campagna, e di collegarla a nord, oltre Castelnuovo, attraverso un viadotto passante sull’autostrada». Si stizzisce: «Tutto questo senza dover creare costose gallerie, senza distruggere territorio e con danno ridotto per le zone in cui sarebbero transitati i supertreni». E subito si rammarica: «Questa soluzione, purtroppo, per quanto valida è stata preconcettualmente scartata dai rappresentanti della Tav e da alcuni amministratori. La nostra istanza è caduta nel nulla, non si è voluto da alcuna parte, nè politica nè tecnica, prendere in considerazione uno studio di massima del progetto». L’avvocato Italo Della Cella, a nome del Comitato che rappresenta (alcuni dei componenti sono tra l’altro proprietari di terreni su cui sono destinati a transitare i supertreni), replica a tono all’assessore provinciale alla viabilità Gilberto Pozzani «preoccupato per la fase di stallo in cui è fermo da tempo il progetto». Replica e va oltre: «Certe dichiarazioni dispiacciono perchè è in gioco il futuro di un’intero paese e di chi ci vive. Sarebbe interessante che gli stessi governanti, come il verde Boato ex assessore regionale, che vent’anni fa sentenziarono a tavolino nel nome del progresso il passaggio della Tav a Peschiera rasente alla Serenissima, visitassero oggi i luoghi da loro prescelti e constatassero quali problemi, una volta realizzata, comporterà per gli stessi e per chi li abita».