venerdì, Novembre 22, 2024
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Il bilancio delle analisi dell’Asl Balneabile l’intero litorale bresciano. Fa eccezione S. Giulia

L’acqua del lago? Gode ottima salute

Chiude in bellezza la stagione balneare del lago di Garda. Non certo per l’andamento turistico, quanto per la qualità delle sue acque mai messa in discussione, né mai scesa al di sotto della soglia di criticità. Un 2004, insomma, da incorniciare. E’ di ieri uno degli ultimi bollettini diramato dalla Segreteria Ambientale costituita presso la Comunità del Garda con cui viene resa nota la consueta situazione delle acque di balneazione dell’intero bacino del Garda, dunque comprensiva anche delle sponde trentina e veneta. Ebbene, una sola la spiaggia risultata vietata ai bagni: la loc. Sermana di Peschiera. Tutte le altre, ovvero 123 distribuite fra le tre province, sono perfettamente balneabili. L’unica eccezione è la spiaggia di Santa Giulia a Padenghe che è stata preclusa ai bagni per tutta la stagione con decreto della Regione Lombardia risalente all’inizio dell’anno, per effetto degli esiti analitici del 2003. Tutto il 2004, comunque, è stato segnato da un eccellente andamento della balneabilità. Solo in un paio di occasioni, due o più spiagge sono risultate tabù. La sponda che ha fatto registrare il miglior primato è stata certamente quella bresciana. L’intero litorale, con 52 località, si è presentato, infatti, pressocchè balneabile da marzo a settembre. Eppure, i parametri fissati dalla nostra normativa sono molto più rigidi di quelli adottati negli altri Paesi dell’ UE. Un esempio? Per far scattare un divieto, i coliformi fecali totali su 100/ml in Italia devono essere 2000, mentre in un altro Paese europeo ne occorrono 10.000, i coliformi fecali/100 ml devono essere 100 contro 2.000 e così via. Il record di quest’anno era stato già raggiunto nel 2002 e bissato lo scorso anno, pur in presenza dell’eccezionale siccità che fatto piangere gli agricoltori per le pesanti ripercussioni sui raccolti. Quest’anno, poi, non si sono lamentati casi di «grattarola» e di insorgenza di dermatiti, oppure di sviluppo abnorme di erbe macrofite, una specie di «mucillagine» gardesana che aveva destato preoccupazione e scatenato interrogativi. Da notare, inoltre, che Sirmione per il terzo anno consecutivo si è meritatamente guadagnato la bandiera blu europea, un simbolo di garanzia ambientale che può benissimo essere issato sul resto del lago di Garda, almeno sotto il profilo dello stato di salute delle sue acque. A determinare questa situazione sono stati almeno due fattori: la continua campagna di sensibilizzazione e la costante attenzione attuate negli anni dalla Comunità del Garda, e il completamento delle reti fognarie dei Comuni rivieraschi. Qualcuno, un po’ imprudentemente e affrettatamente, aveva fatto salire sul banco degli imputati anni addietro i motoscafi, quali responsabili dell’inquinamento che il Garda manifestava allora. Un’accusa che, invece, si è rivelata infondata. Piuttosto, i principali indiziati erano, e restano, gli scoli e gli scarichi abusivi che versano a lago sostanze inquinanti di ogni genere da ogni parte dell’entroterra e l’assenza di una coscienza ambientalista in molti turisti «mordi e fuggi».

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