sabato, Gennaio 4, 2025
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Irrigazione verso lo stop già dalla metà di luglio «Colture da ripensare»

Lago di Garda: livelli, record negativo

Mentre si accende la drammatica polemica tra il Chiese e il Lago d’Idro, sul Garda sono avviati già da un mese accordi e contatti continui tra gli enti locali (in primis la Comunità del Garda) e il consorzio irriguo del Mincio, con una reciproca assunzione di responsabilità. Per il futuro, il Consorzio mantovano ha predisposto progetti milionari (e aspetta i fondi da Stato e Regione) per razionalizzare il sistema di irrigazione, riducendo gli sprechi attraverso nuove tecnologie. E per l’immediato, prevedendo la più grave crisi idrica degli ultimi 50 anni, sin dalla metà di maggio si è cercato il più possibile di risparmiare acqua. Purtroppo non basta: quest’anno la siccità è troppo grave, la peggiore che si ricordi. Ieri l’idrometro di Peschiera segnava 52 centimetri, ben 15 in meno rispetto ai 67 centimetri che si registravano il 17 giugno del 2003, l’anno della grande siccità, quando per la prima volta (ma a settembre) venne chiusa la diga di Salionze «tagliando» l’approvvigionamento alle campagne mantovane. Il lago di Garda, insomma, non è mai stato così basso e sta calando di circa due centimetri al giorno. A conti fatti, per l’agricoltura ci sarà acqua solo per un altro mese, poi si aggiungerà quota 15 centimetri sullo zero idrometrico, e per legge bisognerà nuovamente chiudere le derivazioni. Risparmiare acqua nelle scorse settimane è servito a poco, anche se al Consorzio irriguo del Mincio va riconosciuto il merito di aver cercato di razionalizzare le risorse: anche l’altro ieri la derivazione del fiume mantovano è stata ulteriormente ridotta, da 70 a 60 metri cubi al secondo, contro gli 88 consentiti dal «capitolare». Vuol dire che all’agricoltura (attraverso il Mincio e i due canali Seriola e Virgilio) vengono rilasciati solo i due terzi dell’acqua che per regolamento potrebbe defluire. «Eppure le prospettive restano negative, almeno sul fronte dell’irrigazione – osserva Lucio Ceresa, segretario generale della Comunità del Garda -. La situazione è sotto controllo dal punto di vista turistico e della navigazione: la chiusura dell’attracco dei battelli a Gardaland è solo dovuta al fatto che quel porto è troppo basso. Ma è sull’irrigazione che suona l’allarme: ci sarà acqua solo per un mese, e il futuro impone una seria riflessione». Una riflessione che richiede investimenti e cambiamenti radicali: «Il messaggio politico che noi vogliamo lanciare come Comunità del Garda – dice Ceresa – è che non possiamo più permetterci di sprecare un’acqua di altissima qualità come quella del Benaco. Innanzitutto il sistema irriguo va razionalizzato, e in questo senso apprezzo gli sforzi del consorzio del Mincio, che intende abbandonare il sistema irriguo “a scorrimento”, per adottare tecnologie più razionali che richiedano meno acqua. Inoltre si può cominciare a ripensare colture che, come quella del mais e del riso, necessitano di enormi quantità d’acqua, tanta quanta al momento non è disponibile. Da rivedere ci sarebbe anche l’ampia autonomia di cui godono i bacini idroelettrici di montagna. Ma quella è acqua che prima o poi scende a valle». E viene da dire meglio prima che poi.

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