L’attuale rete di collettamento del lago di Garda, diviso tra tre Province e due Regioni, è costituita da un sistema ad anello che convoglia le acque reflue dei Comuni in sponda bresciana e in sponda veronese all’impianto di depurazione di Peschiera del Garda, un sistema che in questi ultimi anni sta evidenziando sempre più i propri limiti.
“La necessità di rivedere l’intero sistema – ha dichiarato il Presidente della Provincia di Brescia, Pier Luigi Mottinelli – ormai datato e soprattutto non più adeguato allo sviluppo demografico e urbanistico di un’area a forte vocazione turistica, ha portato, nel corso degli anni, l’Ufficio d’Ambito, su sollecitazione di Garda Uno e dei Sindaci della zona, a esaminare più soluzioni, con l’obiettivo di rifare interamente il collettore fognario in sponda bresciana eliminando la condotta sublacuale che convoglia i reflui di Tignale, Toscolano e Salò al collettore in sponda veronese”.
Anche con il coinvolgimento dell’ATO veronese e la costituzione dell’Associazione Temporanea di Scopo Garda ambiente, si è giunti a definire l’ipotesi di intervento, che prevede il collettamento della sponda bresciana del lago a un nuovo depuratore, che si intende costruire nell’area dell’attuale depuratore di Visano, con il mantenimento del convogliamento al depuratore di Peschiera dei soli comuni di Desenzano e Sirmione, una soluzione che Garda Uno ha recentemente sviluppato con il progetto preliminare.
“Il progetto – ha concluso il Presidente Mottinelli – prevede la realizzazione di circa 80 km di collettori che collegheranno i comuni da Tignale a Padenghe al depuratore di Visano e la realizzazione del collettore da Visano al lago. Si tratta di un’opera importante che andrà a migliorare la qualità delle acque del lago di Garda, un patrimonio naturale che va tutelato”.
Sul punto ha concordato anche Daniela Gerardini, Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Ufficio d’Ambito: “Nel Consiglio di oggi abbiamo condiviso l’ipotesi progettuale sviluppata da Garda Uno, che dunque entra a pieno titolo nel Piano d’Ambito dell’ATO. Si tratta ovviamente di un’opera che richiederà un impegno finanziario molto rilevante. Auspico dunque che questa nostra decisione rappresenti il viatico per la concessione dei finanziamenti necessari che il Ministero dell’Ambiente si è impegnato a considerare, con il pressing dei parlamentari bresciani, proprio in ragione del contesto naturale interessato”.