L’olio extravergine di oliva gardesano è già un prodotto apprezzato ed affermato sul mercato, ma potrebbe esserlo di più e a maggior ragione, se i coltivatori raccoglieranno la proposta dell’Associazione agraria. Olio trentino biologico, è l’obiettivo, ossia un prodotto ottenuto attraverso tecniche di coltivazione naturali, dalle quali è bandito completamente l’utilizzo delle sostanze chimiche con cui fino ad oggi si è praticata la lotta contro i parassiti dell’olivo e nutrito il terreno di crescita. Obiettivo possibile? Certo che sì, risponde il direttore dell’Agraria Mario Zumiani, spiegando come e perché il progetto in via di sperimentazione può funzionare.Intanto va detto che le coltivazioni di olivo partono avvantaggiate rispetto ad altre, quali per esempio quelle di melo. I parassiti che le colpiscono, infatti, sono soltanto due: la mosca olearia e la cocciniglia; quest’ultima a sua volta, secernendo una specie di melassa appiccicosa, favorisce l’attacco da parte di funghi, la fumaggine. Con trattamenti periodici a base di prodotti antiparassitari e anticrittogamici, questi ospiti indesiderati delle piante si riescono a controllare se non a debellare del tutto. E’ però inevitabile che il frutto assorba, anche se in modestissima percentuale, le sostanze chimiche che compongono i fitofarmaci, quindi i residui si riscontrano anche nell’olio. In tempi come questi in cui non si parla d’altro che di mucche pazze, mangimi pericolosi e rischi per la salute dell’uomo, la sensibilità del consumatore nei confronti di ciò che mangia è giustamente alta e quindi è il momento propizio per una svolta verso la lotta biologica. Quella efficace per l’olivo applica il principio della confusione sessuale già adottato in altre colture. Si tratta, semplificando, di trarre in inganno il maschio della mosca o della cocciniglia con l’odore degli ormoni femminili in modo da impedire la fecondazione e quindi la riproduzione e la proliferazione. Basta appendere alla pianta un contenitore che diffonda l’odore e il gioco è fatto. L’Associazione Agraria, spiega Zumiani, ha cominciato a testare il metodo della confusione sessuale nel corso della stagione 1999 in alcune zone ristrette, non scelte a caso, ma valutando le condizioni orografiche e climatiche (terreni bassi e ambienti umidi) per le quali le piante sono più soggette all’attacco dei parassiti: il lungolago di Riva, un’area di Torbole e due di Arco. Ebbene, i risultati sono stati più che buoni. Per dare un riferimento, aggiunge il direttore, se con la lotta tradizionale si ottiene un risultato pari a cento, con quella biologica si arriva ad ottanta. Una volta perfezionato, il metodo biologico sarà valido quanto quello chimico.
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In nome della qualità, proporrà ai coltivatori di mettere al bando la chimica
L’Agraria punta in alto: olio trentino biologico
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