domenica, Dicembre 22, 2024
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Un’indagine della Camera di commercio di Milano, parla dei benefici per l’area attorno al capoluogo lombardo Gli stessi giovamenti arriveranno per Brescia?. Bettoni: «Ci sarà grande mobilità, la nostra provincia competitiva in termini di prezzi e qualità

L’Alta velocità? «Porterà alto sviluppo»

Le nuove linee dell’Alta Velocità fungeranno da vero e proprio volano per l’economia di Milano e provincia: un milione e mezzo in più di potenziali pendolari, nuovi 7mila posti di lavoro, boom di iscritti nelle università, per un reddito disponibile annuale aumentato di quasi 221,6 miliardi di euro. E’ quanto emerge dal recente studio della Camera di commercio di Milano. E Brescia? Godrà dei benefici economici legati al passaggio della Tav? Il presidente della Camera di Commercio bresciana, Francesco Bettoni ne è più che sicuro: «la Tav porterà sicuramente grandi vantaggi all’economia e alla società bresciana; risvolti positivi sia in termini occupazionali sia in servizi per le aziende operanti sul settore, che potranno beneficiare di tempi più rapidi di distribuzione delle merci». Ma mancano dati ufficiali, e – va subito precisato – il raffronto con Milano risulta forzatamente impossibile. Il perché è presto detto: il capoluogo lombardo sarà crocevia di ben quattro linee ad alta capacità (la Milano-Torino, la Milano-Genova, la Milano-Bologna, la Milano Venezia). La provincia di Brescia sarà attraversata dalla linea Milano-Venezia, non prima del 2013, visto che il progetto definitivo del tracciato non è ancora stato ratificato dal Cipe. Altro dettaglio: se venisse approvato definitivamente l’attuale progetto Brescia resterebbe tagliata fuori dal tracciato, collegata alla fermata di Montichiari da una metropolitana leggera. Il presidente della Camera di Commercio di Brescia non vuole scendere nella diatriba creatasi tra Comune e Provincia di Brescia in merito alla scelta del tracciato (La Loggia ha chiesto il passaggio dell’alta capacità nella città, ma la fermata manca nel progetto della Provincia, che punta sulla stazione all’aeroporto di Montichiari e al collegamento con il capoluogo tramite metropolitana leggera) anche se la sua presa di posizione è abbastanza netta: «ritengo predominante la fermata all’aeroporto di Montichiari. Ancora prima della realizzazione dell’aeroporto lo studio di fattibilità della Camera di Commercio aveva indicato come strategico il passaggio al suo interno delle future infrastrutture». Bettoni è certo dei risvolti positivi che porterà la Tav: «Dallo studio della camera di Commercio di Milano emerge come la futura forma di competitività tra aree creerà nuove specializzazioni territoriali, nuovi fenomeni di mobilità delle persone e delle merci, nelle quali conteranno soprattutto prezzi e qualità dell’offerta dei servizi e delle attività. Sotto questo profilo, un’area come quella bresciana gode di numerosi vantaggi rispetto a quella milanese. Ad esempio, in termini di prezzi di terreni ed immobili, di qualità della vita, oltre ad alcune eccellenze sia nel settore tecnologico che in quello dei servizi». Indubbiamente risulterà fondamentale la creazione o il potenziamento di centri logistici; Montichiari è candidato a diventare il futuro cuore economico della provincia: «la partita è tutta da decidere – aggiunge Bettoni -: vinceranno quelle aree che meglio si predisporranno a cogliere le enormi opportunità di sviluppo offerte dalla nuova infrastruttura. Vale la pena ricordare che l’effetto complessivo per il sistema economico lombardo e di tutto il nord Italia sarà assai positivo, poiché la specializzazione e la tensione competitiva tra tutti i territori attraversati e avvicinati dai nuovi treni veloci incrementerà l’efficienza e la capacità complessiva del sistema Italia». Resta il fatto che il nuovo sistema di velocizzazione delle merci e delle persone avrà come centro gravitazionale il capoluogo lombardo: non sarà così facile, per Brescia, competere. «Emerge per i bresciani – chiude Bettoni – la necessità di studiare e definire urgentemente tutte quelle iniziative da predisporre nei prossimi 4 o 5 anni per meglio sfruttare le opportunità che ci verranno da questa nuova infrastruttura».

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