Picche. In maniera diplomatica, ma comunque picche. Così risponde il generale Raffaele Vacca, capo della Regione Carabinieri del Veneto, alle richieste contenute nelle lettere dei sindaci di Torri, Brenzone e Malcesine, nonchè all’assessore regionale alla sicurezza, Massimo Giorgetti.Pomo della discordia: la volontà dei primi cittadini, espressa al Comando generale di Roma, a quello Regionale di Padova, e a quello Provinciale di Verona, di «rivedere e sospendere le decisioni, comunicate solo i primi di gennaio, di sopprimere il servizio delle motovedette dell’Arma di “classe 200” a Torri del Benaco». Ma se la sponda bresciana, nonostante la soppressione del servizio a Gargnano e la riduzione a servizio stagionale di quello dei Carabinieri nautici di Desenzano, risulta comunque abbastanza tutelata dalla motovedetta di Salò, oltre che dal servizio della Guardia costiera che, peraltro, ha espresso forte contrarietà al ridimensionamento, la riviera veronese è rimasta orfana dell’unico mezzo presente oltre a quello di Peschiera.La «razionalizzazione del servizio navale dell’Arma» relativa a tutta Italia aveva già sollevato un coro di proteste, originando anche interrogazioni parlamentari e prese di posizione di condanna da parte di molti politici, da Gallipoli a Cesenatico fino in Veneto. L’onorevole Alberto Giorgetti, di Alleanza nazionale, oltre a depositare una interrogazione al ministro dell’Interno, aveva anche incontrato il viceministro Marco Minniti. Ma ad oggi, dalla Capitale, nessun segnale. A Massimo Giorgetti invece ha risposto da Padova il generale Vacca.Con una lettera praticamente identica, salvo qualche virgola o poco più, inviata sia all’assessore regionale che ai tre sindaci dei Comuni, il comandante militare scrive che «la proposta alternativa al provvedimento di dismissione non potrà essere accolta, pur essendo stata apprezzata a tutti i livelli». «Tale provvedimento si inquadra in un’ampia manovra di rimodulazione dell’intera componente navale, che discende dalla attenta analisi di vari parametri (il rendimento delle unità, le esigenze operative, la vetustà del parco natanti, la dislocazione di altre forze di polizia), anche nell’ottica di conseguire il recupero di risorse finanziarie e di personale».«Tuttavia», si legge, «la razionalizzazione del dispositivo navale, oltre a consentire il recupero di personale da assegnare alla locale stazione, non pregiudicherà in alcun modo l’assistenza ai cittadini e ai turisti, che sarà comunque garantita dagli altri presìdi dell’Arma, attivi a Riva, Desenzano e Peschiera». Ma se le motivazioni addotte nella missiva possono «tenere» nel resto d’Italia, risultano «non congrue per la motovedetta di Torri. È l’ennesimo servizio che viene meno sull’alto Garda», ribadisce il sindaco di Brenzone, Giacomo Simonelli.«Il “rendimento delle unità” e le “esigenze operative”», fanno ancora sapere sia Simonelli che il sindaco di Torri, Giorgio Passionelli, «sono molto chiare per la motovedetta di Torri: è l’unica a controllare il tratto di lago da San Vigilio a Navene». Per quanto riguarda la «vetustà dei natanti», la motovedetta di Peschiera è in servizio da 33 anni, quella di Torri da 18. E ancora, il personale della motovedetta pare non sia affatto destinato alla locale Stazione di Torri, ma «a salire sulla motovedetta di Peschiera», come confermato dal colonnello Claudio Cogliano, comandante provinciale dei Carabinieri.«Per il “recupero di risorse finanziarie” infine», proseguono i sindaci, «dato che la Regione si era resa disponibile a sostenere le spese del servizio, meno di settemila euro l’anno, resterebbero a carico dell’Arma solo gli stipendi dei militari: non si capisce quindi in cosa stia il risparmio».«La verità», dice Passionelli, «è che lo Stato ci ha lasciato soli dal punto di vista della sicurezza delegandoci compiti che non possiamo mantenere, e ora anche smantellando presìdi necessari e importantissimi, insostituibili. I Carabinieri di terra non possono fare il lavoro dei loro colleghi nautici, c’è poco da fare». Al di là di tutto, la partita vera sulla permanenza del servizio navale potrebbe giocarsi comunque esclusivamente a Roma.
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Una lettera cancella le speranze di rivedere in servizio lo scafo. I sindaci: «L’alto lago di nuovo penalizzato»