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Legionari cecoslovacchi: c’è il ministro Metnar

Il ministro della difesa Lubomír Metnar è l’ospite d’eccezione, domenica 23 settembre, della cerimonia di commemorazione dei legionari cecoslovacchi, assieme a una folta delegazione del Governo ceco e dell’ambasciata in Italia, per l’occasione di ben tre anniversari: i cento anni dall’uccisione dei quattro legionari cecoslovacchi a Prabi, i cento anni dalla fine della prima guerra mondiale e della nascita della Repubblica Ceca, e i 25 anni dalla ripresa delle relazioni tra Arco e Praga e di celebrazione della cerimonia di commemorazione dei legionari cecoslovacchi. Per l’importante occasione sarà inaugurata la statua di San Venceslao di Boemia, donata dalla Scuola di scultura di Hořice a nome della Repuibblica Ceca, collocata da qualche tempo in via Caproni Maini. Come sempre, l’Amministrazione comunale è supportata nell’organizzazione dal Gruppo Alpini di Arco.

Per il Governo italiano è in attesa di conferma la presenza del sottosegretario alla difesa; per la Provincia autonoma di Trento ci sarà il vicepresidente, per il Comune di Arco il sindaco con una rappresentanza della Giunta e del Consiglio comunale. La delegazione della Chiesa cattolica sarà formata da monsignor Petr Pit’ha, delegato dal cardinale Dominik Duka come rappresentante della chiesa cattolica ceca per questo evento; dal colonnello Jaroslav Knichal, comandante dei cappellani militari della Repubblica Ceca; dal vescovo della chiesa hussita di Praga signor David Tonzar; e per parte italiana dal vicario di zona, in rappresentanza dell’arcivescovo di Trento, monsignor Dario Silvello, dal parroco di Arco don Walter Sommavilla e dal terzo cappellano militare e capo ordinariato militare, monsignor Mario Mucci. Ci sarà anche una delegazione della regione di Pilsen, guidata dal governatore Josef Bernard e composta anche da alcuni studenti, e da una nutrita delegazione dell’Associazione Legionari Cecoslovacchi di Praga, che da numerosi anni prende parte alla cerimonia e che ha stretto un rapporto di amicizia e scambio con il Gruppo Alpini di Arco.

Le celebrazioni hanno un prologo sabato 22 settembre con il concerto boemo con l’orchestra Milano Classica diretta dal maestro Michele Brescia, al salone delle feste del Casinò municipale con inizio alle ore 21: si eseguiranno musiche di Dvorak (la sinfonia «Dal nuovo mondo») e Smetana («La Moldava») in omaggio alla relazione di Arco con questa repubblica europea.
Domenica 23 settembre alle ore 14 si svolge la Messa nella chiesa Collegiata, a seguire (circa alle ore 15) prende avvio il corteo che percorrendo via Segantini raggiunge via Paolina Caproni Maini, presenti le associazioni d’arma con i propri labari, le bandiere e i gonfaloni, dove verso le 15 inizia la cerimonia di inaugurazione della statua di San Venceslao I duca di Boemia, patrono della Repubblica Ceca. A seguire (verso le 15.45) il corteo riprende il cammino, dirigendosi verso il monumento ai legionari cecoslovacchi, dove si terrà la solenne cerimonia di commemorazione del sacrificio dei quattro giovani legionari cecoslovacchi, giustiziati il 22 settembre 1918 a Prabi per aver combattuto gli austroungarici a fianco dell’esercito italiano, e perciò considerati disertori (in caso di maltempo i discorsi ufficiali saranno anticipati al termine della Messa e si terranno all’interno della chiesa Collegiata).

Si ricorda che il monumento ai legionari cecoslovacchi, curato da tanti anni dagli Alpini di Arco, si trova in località Prabi, in una stretta via tra gli olivi, nel luogo dove l’esercito dell’Impero austroungarico eseguì, per impiccagione, la sentenza di morte dei soldati Antonin Jezek, Karel Novacek, Jiri Slegl e Vaclav Svoboda. La vicenda si colloca nell’ambito di quanto successe a partire dal 1917, quando si formò, a fianco dell’esercito italiano che combatteva gli austroungarici sul fronte trentino, un corpo di volontari cecoslovacchi, disertori dell’esercito imperiale. Nel 1918 questi si trasformarono in un vero e proprio esercito cecoslovacco in Italia, che aveva una Compagnia anche in Trentino. Il 21 settembre del 1918, in un’azione militare austroungarica a Doss Alto alle pendici del monte Baldo, caddero prigionieri cinque legionari che, trasferiti nottetempo a Ceniga, subirono un sommario processo come traditori per la diserzione dall’esercito austroungarico. Quattro di loro vennero impiccati, il quinto si salvò perché ritenuto minorenne (e quindi non passibile di pena di morte). Questo non fu l’unico episodio di questo genere: il 5 luglio 1918 fu impiccato a Riva del Garda Alois Storch, ufficiale cecoslovacco passato nelle fila dell’esercito italiano e autore di un’azione di sabotaggio sulle rive del lago.

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