Il martirio di Antonin Jezek, Josef Jiri Slegl, Vaclav Svoboda e Frantisek Karel Novacek – che per aver combattuto gli austroungarici a fianco dell’esercito italiano furono considerati disertori – è ricordato con una solenne cerimonia ufficiale che si svolge al monumento loro dedicato, in località Prabi, nei pressi della chiesa di Sant’Apollinare.
Si svolge domenica 22 settembre con l’eccezionale partecipazione – nei vent’anni della celebrazione – dell’ambasciatore Petr Burianek, accompagnato da una folta delegazione dell’Associazione Legionari Cecoslovacchi di Praga (della quale saranno ad Arco 40 membri), e da una delegazione del Ministero della Difesa (guidata dal colonnello Milan Bachan), la commemorazione del sacrificio dei quattro giovani legionari cecoslovacchi giustiziati il 22 settembre 1918 a Prabi. Per l’occasione la cerimonia al monumento al Grez ricorderà anche Alois Storch, il legionario cecoslovacco ucciso a Riva del Garda.
Il ritrovo alla chiesa di Sant’Apollinare è in programma alle ore 10.45; alle 11 la Messa nel parco dei Caduti, con la partecipazione del Coro Castel della sezione Sat di Arco; quindi le onoranze ai Caduti e saluto delle autorità.
La cerimonia – organizzata dal Comune di Arco e dal Gruppo Alpini Arco – si svolge dal 1993, quindi da vent’anni esatti. Per l’occasione sarà presente anche il colonnello Josef Mrnous, che nel 1993, in qualità di Addetto Militare ed Aeronautico dell’Ambasciata ceca a Roma, aveva presenziato come rappresentante del Governo ceco. L’organizzazione dell’evento era stata allora a cura di Silvino Miorelli, Alpino e dipendente comunale, grazie al quale la manifestazione è nata e si è consolidata, arrivando oggi ad essere profondamente sentita da entrambe le comunità, arcense e ceca. Oggi sia il colonnello Josef Mrnous, sia Silvino Miorelli sono in pensione.
Da segnalare che il Coro Castel, che accompagnerà i momenti salienti della cerimonia, è reduce da un viaggio a Praga che s’è svolto nella scorsa fine settimana, per un incontro ufficiale proprio con l’Associazione Legionari Cecoslovacchi. Il Coro Castel nel corso della sua permanenza a Praga ha visitato il cimitero di Olsany, dove sono stati sepolti i resti dei morti ricordati dal monumento di Prabi, oltre ad Alois Storch, il giovane soldato ucciso a Riva del Garda e là ricordato da un monumento. E proprio nella mattinata di domenica 22, una delegazione ceca composta dagli ospiti qui presenti, si recherà a rendere omaggio anche a questo luogo di rimembranza, con una breve cerimonia che inizierà alle ore 9, assistita dagli Alpini di Riva del Garda e di Sant’Alessandro.
Cenni storici
In prossimità del Doss Casina, sul Monte Altissimo, nel corso di un’azione militare violenta, la notte del 21 settembre 1918 furono fatti prigionieri dall’esercito austriaco cinque giovani soldati di origine boema che combattevano nelle file dell’esercito italiano. I cinque vengono portati a Ceniga per un sommario processo militare. Uno di essi, giovanissimo, viene imprigionato, mentre gli altri quattro (Antonin Jezek, Josef Slegl – riportato Jiri Schlegl – Vaclav Svoboda e Frantisek – riportato Karel – Novacek) furono impiccati ad Arco, in località Prabi, vicino alla proprietà di Giuseppe Recla. Era il 22 settembre 1918. Le cronache successive riportano che l’impiccagione avrebbe dovuto avvenire a Maso Gere o forse sulla piazza di Ceniga, ma gli abitanti del posto opposero resistenza – forse anche per la giovane età dei condannati – e quindi la condanna fu eseguita a Prabi, in prossimità della villa di Giuseppe Recla, luogo più defilato.
Sicuramente i quattro facevano parte della sesta divisione cecoslovacca in Italia, più comunemente definita la “Legione Ceca”. Si trattava di soldati provenienti dai territori ceco e slovacco che, indipendentisti, avevano deciso di passare nelle fila dell’esercito italiano per contribuire alla disfatta dell’Impero austro-ungarico, così da ottenere l’indipendenza per il proprio territorio. Simili legioni si erano costituite anche sul fronte francese e sul fronte ucraino. Per l’Italia ed in particolare per il fronte Trentino, era responsabile e comandante in capo il col. Tullio Marchetti (poi diventato generale), arcense appartenente alla famiglia Marchetti (proprietaria dell’omonimo palazzo). Fu lui a dirigere le operazioni belliche in zona altogardesana e soprattutto, dal momento che faceva parte dell’intelligence italiana, a gestire tutti i contatti per il reclutamento dei disertori austriaci, molto spesso utilizzati anche come informatori o spie infiltrate per conto dell’esercito italiano. Della medesima legione (del 39° reggimento “Avio”), e con compiti di intelligence, fu anche Alois (Luigi) Storch, catturato a seguito del fallimento dell’operazione che stava compiendo per conto dell’esercito italiano e ucciso per impiccagione a Riva del Garda nel luglio 1918.