La famiglia Foffa cura da molto tempo l’Osservatorio «Pio Bettoni», fondato nel 1877, e dal 2003 passato a sensori computerizzati. Ora l’incarico di direttrice ricade sulle spalle di Miriam, 56 anni, laureata in Scienze naturali, insegnante di scuola secondaria, presidente della Associazione «Meteosismica salodiana», che ogni giorno diffonde un bollettino informatizzato.Tra le numerose curiosità contenute nel suo libro, scegliamo la parte riguardante i record. L’estate 2003 verrà ricordata come la più calda, lunga, afosa e secca mai verificatasi dal 1884, da quando Salò ha iniziato le rilevazioni meteorologiche. Nella prima metà di agosto sono stati raggiunti picchi eccezionali, con nove punte massime diurne oltre 35-36°, fino al valore limite di 38,3° il giorno 5 (e, di notte, 26,9°). Anche se le percentuali di umidità erano inferiori alla norma, tra il 50 e il 60%, l’afa soffocante impediva la normale traspirazione. Al prolungamento del calore estivo hanno contribuito in misura determinante sia la maggior durata dell’insolazione che la scarsità delle precipitazioni.Ne ha risentito anche il lago. Il 15 e 16 agosto la temperatura dell’acqua ha toccato la punta massima di 28°, mai registrata in precedenza. Verso la fine di ottobre il livello si è abbassato a un solo centimetro sopra lo zero idrometrico, che non corrisponde a quello canonico di Peschiera.Dopo i 38,3° appena citati, ricordiamo i 37,9° del 27 luglio 2006, i 37,5° del 6 luglio 1952, i 37,4° del 22 luglio 1945 e i 37,1° del 20 giugno 2002. Per quanto riguarda il freddo più intenso, sono due gli inverni che si contendono il primato. Nel 1929 i rigori si fecero sentire in febbraio, con 26 minime termiche molto negative, che causarono forti gelate per 24 giorni consecutivi. Dopo un primo abbassamento termico a – 9°C il giorno 3, il culmine fu raggiunto il 12 e il 13 del mese, quando il termometro arrivò a misurare due punte minime davvero eccezionali: – 10,4° e –10,6°. Anche le massime rimasero negative per sei volte, fermandosi a – 5,6° e a –5,3° nei due giorni più freddi. Il 1947 si distingue per il record assoluto, con picchi di – 11° il 6 gennaio e – 10,8° il 7. La stagione fu anche la più ricca di fiocchi bianchi. In seguito a cinque nevicate, se ne accumularono ben 45,4 cm.Il 1960 è stato l’anno della pioggia: 1.883,2 mm, di cui 294 in settembre. In conseguenza delle abbondanti precipitazioni, le acque strariparono, inondando l’intero lungolago. Il 13 novembre la piena ha raggiunto i 212 centimetri sopra lo zero idrometrico! Il 12 giugno 1972 si è però toccato il massimo pluviometrico giornaliero, con 147,5 mm. Il 1945 rimane invece l’anno della siccità, con soli 596,7 mm.
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Spulciando fra le notizie contenute nei dati diffusi dall’Associazione «Meteosismica salodiana»