venerdì, Novembre 15, 2024
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Un piano triennale di scavi alla ricerca di quello che manca del giogo e dell'aratro del Lavagnone.

L’età del bronzo ha casa al lago

Un piano triennale di scavi alla ricerca di quello che manca del giogo e dell’aratro del Lavagnone. E’ la proposta dell’assessore Emanuele Giustacchini, una decisione di rilevanza mondiale perchè consentirebbe di ricostruire l’evoluzione della civiltà degli antichi abitanti della zona, che vi soggiornarono stabilmente per oltre 1000 anni, sicuramente dal 2028 a.C., unico esempio in tutta l’Italia settentrionale. Con l’assessorato alla cultura collaborano gli esperti del Museo Rambotti di Desenzano e alcuni studiosi di fama mondiale, come è il caso del professor Kuniholm (Cornell University di Ithaka), un riferimento primario nella dendrocronologia, il quale ha già operato parecchi prelievi sulle palafitte della zona. Secondo i suoi studi, ma non solo, la prima palafitta risale a 4029 anni fa,mentre il legno di quercia usato per forgiare l’aratro risale ad un periodo databile fra il 2048 e il 2008 a.C. (età del bronzo antico). Se si troveranno i fondi necessari si procederà in estate ad una campagna di scavi nel settore dove venne portato alla luce l’aratro, alla ricerca specifica delle parti mancanti sia dell’aratro che del giogo, trovati al Lavagnone e vecchi di oltre 4000 anni.« Dopo le campagne di scavo del 1991, dal 1993 al 1997 e poi nel 1999, ci si è fermati per mancanza di fondi – spiega l’assessore Emanuele Giustacchini- ma gli esperti che hanno lavorato qui sostengono che si tratta del luogo ideale per studiare l’evoluzione delle strutture di abitato in rapporto all’ambiente e al clima. Il Lavagnone documenta tutta la sequenza cronologica dell’età del bronzo ed ecco perchè ulteriori scavi e studi ci consentirebbero di arrivare a risultati di portata internazionale».Le nuove campagne di scavo potrebbero portare alla realizzazione di un vero e proprio sito archeologico permanente, in grado di interessare studiosi di ogni parte d’Italia e del mondo, proprio per l’unicità del sito, mai abbandonato dall’uomo primitivo per oltre mille anni. Una vecchia idea dell’assessore Farinelli potrebbe diventare realtà.Un vero e proprio parco archeologico dell’area del basso lago di Garda insomma, capace di attrarre studiosi da tutto il mondo ed appassionati di archeologia, che potrebbero avere ulteriori motivi per soggiornare in zona. Per arrivare a concretizzare l’interessante idea, serviranno fondi, che potrebbero essere reperiti anche dai privati.

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