Quando parliamo di eccellenze agroalimentari italiane e del Lago di Garda all’estero il marchio Made in Italy diventa sinonimo di qualità e garanzia, capace di trasmettere nell’immaginario del consumatore finale l’idea di una tradizione e di un’identità che da un valore in più al prodotto acquistato.
Tanto per dare un’idea del peso economico di questo brand, se diventasse marchio registrato si collocherebbe al terzo posto per visibilità globale dopo Coca Cola e Visa. È curioso ricordare le origini stesse del Made in Italy, nato non per tutelare la produzione italiana all’estero, ma anzi con un obiettivo esattamente opposto. Negli anni sessanta, infatti, alcuni Paesi europei tra cui la Germania e la Francia, apponevano il marchio Made in Italy per difendere i loro prodotti rispetto a quelli importati, suggerendo al consumatore quelli da evitare.
Da allora abbiamo trasformato questo ostacolo in una risorsa capace di generare solo nel 2016 un fatturato relativo all’export pari a 417 miliardi di euro, di cui il 73% è stato prodotto dalle regioni del nord, Lombardia e Veneto in testa. A livello globale ci collochiamo in decima posizione in una classifica che vede ai primi tre posti USA, Cina e Germania. Dato però che il peso economico delle esportazioni di ciascun Paese va distribuito nelle regioni che lo compongono, ecco che da questo punto di vista l’Italia riserva più di una sorpresa.
Se a livello europeo le regioni tedesche del Baden-Wurttemberg, Baviera e Renania settentrionale-Vestfalia occupano le prime tre posizioni, al quarto posto troviamo la Lombardia con 112 miliardi di euro di export generati in un anno insieme alle altre regioni dell’Italia settentrionale che non hanno nulla da invidiare alla Germania del sud per la loro capacità di generare ricchezza.
Nello specifico del settore agroalimentare l’Italia ha registrato nei primi sei mesi del 2017 una crescita pari al 10,9% superando di gran lunga il massimo storico registrato nell’anno precedente. La maggior parte dell’esportazione è indirizzata verso gli altri Paesi dell’Unione, ma con una fetta pari al 10% del totale, gli Stati Uniti si stanno dimostrando un partner importante per l’export delle nostre eccellenze agroalimentari. Nella classifica dei prodotti Made in Italy più importati negli Stati Uniti troviamo “ vini e mosti “ con il 35%, “ oli e grassi “ con il 14% e “ cereali, riso e derivati “ con il 12%.
Le eccellenze agroalimentari del Lago di Garda con i valori aggiunti di qualità, tradizione e identità rappresentano una fetta importante di un mercato globale sempre più attento all’ecosistema da cui il prodotto ha avuto origine. Per ecosistema intendiamo tutte quelle componenti, umane e naturali che hanno contribuito alla nascita del singolo prodotto. Ecco allora che prodotti come il Bardolino, il Grana Padano DOP, l’olio del Garda diventano eccellenze riconosciute all’estero e capaci di generare ricchezza nelle aree geografiche da cui hanno origine.
Allo stato dell’arte nel settore dell’export italiano manca però ancora una spinta decisiva verso il mercato online e verso tutti quegli strumenti e quelle risorse che mette a disposizione. Si tratta di un’evoluzione fondamentale per garantire la sopravvivenza e lo sviluppo, in particolare delle piccole e medie imprese che generano prodotti di qualità, spesso altissima e di nicchia, come lo Zafferano di Pozzolengo, ma che non riescono a gestire adeguatamente il settore dell’e-commerce.
L’ottimizzazione della logistica ad esempio è un aspetto fondamentale con piattaforme online che offrono servizi di comparazione prezzi e spedizione. Ad esempio come quelli gestiti da Packlink con il corriere Bartolini che dal Giugno del 2011 ha cambiato nome in BRT. I servizi di comparazione e spedizione a prezzi scontati consentono anche alle piccole imprese agroalimentari di essere competitive e spedire i propri prodotti a prezzi bassi e con tempi rapidi.
La commercializzazione dei prodotti trova nel web uno strumento essenziale per garantirne visibilità e aumentarne i canali di vendita. Piattaforme come Italian Traditions promuovono le eccellenze italiane all’estero offrendo uno spazio in cui valorizzare i prodotti di qualità. In questo contesto l’aggregazione diventa un concetto chiave, perché solo dall’unione delle piccole e medie realtà imprenditoriali di qualità sarà possibile far crescere ancora di più le eccellenze agroalimentari del nostro Paese.
La sfida dunque passa dal web, un canale necessario là dove già possiamo contare su una qualità e una tradizione che costituiscono il punto di partenza essenziale per un export di qualità.