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“Liberi non sarem se non siam uni”: 24 giugno 161°anniversario della Battaglia di Solferino e San Martino

Pubblichiamo l’allocuzione che il Presidente della Società Solferino e San Martino, Fausto Fondrieschi, ha scritto in occasione del 161° Anniversario della Battaglia di Solferino e San Martino.

Il 24 giugno di 150 anni or sono veniva con grande solennità ed immensa partecipazione inaugurata la nostra Chiesa Ossario: la prima, grande realizzazione della Società Solferino e San Martino e del suo Fondatore e primo Presidente, l’indimenticato ed indimenticabile Senatore Luigi Torelli.

Finalmente i resti mortali, indegnamente disseminati in fosse comuni nelle nostre campagne, dei Caduti di quel tragico 24 giugno di 11 anni prima potevano riposare in un luogo consacrato e consono a quella doverosa pietà per chi non è più, che fin dai tempi più remoti è sempre stata un ineludibile precetto per tutte le genti.

Deorum Manium iura sancta sunto. Siano sacri i diritti degli Dei dei defunti, recita il primo testo legislativo degli antichi romani. Un precetto che evidentemente i governanti della neonata Italia sembra non tenessero purtroppo in gran conto.

Da allora, da quel lontano 1870, il riunirsi dinnanzi all’Ossario il 24 giugno di ogni anno ha rappresentato per la nostra comunità e non soltanto per la nostra comunità un tradizionale, ma sempre partecipato e sentito momento di preghiera ma anche di memoria e di ricordo.

Di memoria di un evento che ci diede finalmente la dignità di popolo e di popolo libero. E nello stesso tempo di ricordo: il doloroso ricordo di tanto dolore, di tante vite spezzate in quel tragico 24 giugno di 161 anni or sono.

Un ricordo di orrore e di morte che mai avremmo immaginato potesse ripetersi, tradursi in realtà, nella dolorosa, drammatica realtà che abbiamo vissuto ed in cui tuttora viviamo.

La terribile realtà che non possiamo distogliere dalla mente e dal cuore delle corsie degli ospedali stipate fino all’inverosimile da tanti nostri fratelli e sorelle che lottavano e lottano tuttora per la sopravvivenza contro un nemico invisibile e sconosciuto, fra indicibili sofferenze ed angustie, senza il conforto di una parola, di una carezza nemmeno nel momento estremo di una persona cara.

Ed ancora la terribile sconvolgente realtà dei lugubri cortei di camion militari che trasportano in siti lontani per essere incenerite le spoglie mortali dei tanti tantissimi innumerevoli deceduti, troppi, ahimè, per essere contenuti nei cimiteri delle loro terre.

Lugubri cortei che procedevano in un deserto surreale, in un silenzio agghiacciante, rotto soltanto dal suono delle sirene dei mezzi delle forze dell’ordine che, schierate ai lati della strada, rendevano così l’estremo struggente saluto della Patria ai figli che non aveva potuto e purtroppo talvolta saputo difendere, ed ai quali era finanche negata una dignitosa lacrimata sepoltura.

Una fitta nera coltre di angoscia ha pervaso tutto e tutti, dissolvendo le nostre arroganti quanto fallaci certezze, le nostre cieche pretese di onnipotenza, gli ingannevoli idoli del successo, dalla ricchezza ad ogni costo e comunque.

Improvvisamente ci siamo sentiti piccoli, indifesi, smarriti, impauriti. Ma le tenebre sono state provvidenzialmente squarciate da un raggio di luce, la luce dell’impegno, della dedizione, dell’abnegazione e dell’amore dei tanti medici, infermieri, operatori sanitari e del volontariato che, a costo di immani sacrifici, di gravi pericoli, si sono prodigati per salvare vite, per alleviare sofferenze, per soccorrere in ogni modo i più bisognosi di aiuto.

E la luce dell’esempio di questi silenziosi, autentici eroi ci ha ridato la speranza. Ci ha indicato la via, l’unica percorribile, che è quella della solidarietà, nella consapevolezza e nel rispetto della comune umanità, della “umana compagnia”, come la definiva un nostro grande Poeta, di quel “tutti fratelli” che gridavano le nostre donne nella carneficina del campo di battaglia di Solferino, in una gara di solidarietà che ispirò la mirabile e straordinaria opera del grande Ginevrino Henry Dunant, cui l’umanità intera deve imperitura gratitudine.

Una consapevolezza ed un rispetto che devono sempre essere il presupposto, l’imprescindibile comune denominatore per ogni azione. Solo così potremo affrontare ogni avversità, anche quando, per citare sempre il Poeta, la natura come ora pare “madre di parto e di voler matrigna”.

“Liberi non sarem se non siam uni”, era il motto del nostro Risorgimento e così, parafrasando questo celebre detto, ora più che mai è il caso di dire “salvi non sarem se non siam uni”.

Cari amici, con molta tristezza a causa della pandemia che tuttora ci affligge, ho dovuto annullare il nostro tradizionale appuntamento presso l’Ossario, nel corso del quale per 34 anni, nella qualità di Presidente della Società Solferino e San Martino, ho avuto l’onore di parlarvi e voi la cortesia di ascoltarmi.

Ho ritenuto però doveroso rivolgervi, sia pure in modo e in forme diverse, queste parole perché so che col cuore siamo tutti lì, nella ricorrenza del 24 giugno, davanti al nostro Ossario, vicino ai nostri Caduti.

A tutti il saluto e l’affettuoso augurio della Società Solferino e San Martino. 

Ce la faremo.

Grazie,

Fausto Fondrieschi”

Purtroppo a causa delle misure di sicurezza dovute al Covid19 la Cerimonia di domani mattina non sarà aperta al pubblico; nel link qui sotto, invece, tutte le iniziative a cui potrete partecipare, organizzate in occasione del 161° Anniversario della Battaglia di Solferino e San Martino:

https://www.solferinoesanmartino.it/2020/06/18/il-programma-del-24-giugno-a-solferino/?fbclid=IwAR1zPebwjr-jnSItO7JT0A_eJjlbC1erFPbtTFe6Rbar0KJaUrQ9N0qxlCI

www.solferinoesanmartino.it

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