Cancellare il «mucchio selvaggio» dei detriti derivanti dagli scavi in Gardesana; preparare su un piatto d’argento – per l’Enel – gli spazi necessari per dare una definitiva soluzione al problema delle schiume della Centrale; regalare a città e turisti una nuova passeggiata sulla sponda.E’ triplice, quindi decisamente strategico, lo scopo del progetto di sistemazione del Lungolago D’Annunzio, progetto che, dopo aver incassato mercoledì l’okay della Giunta rivana, ieri mattina è stato presentato ufficialmente dal sindaco Malossini, dall’assessore Pietro Matteotti e dall’architetto Lucio Donatini, che ne ha curato la stesura e che entro fine mese lo preparerà in tutti i dettagli necessari a spuntare l’approvazione della Conferenza provinciale dei Servizi. «Il nostro obiettivo – ha ribadito Matteotti – è quello di arrivare all’appalto in autunno (ripartendo i costi tra Comune, Provincia ed Enel) e di completare l’opera entro l’estate del prossimo anno».E veniamo appunto all’opera. L’architetto Donatini l’ha spiegata da sud a nord, su un fronte di quasi trecento metri che parte dalla spiaggetta a ridosso della Casina dell’Acquedotto (dove i rivani negi anni Sessanta andavano ad imparare a tuffarsi) per finire sotto la Centrale, praticamente in piazza Catena. La prima striscia, quella appunto della spiaggetta e della foce del rio Coe, sarà interessata da livellamenti degli inerti (anche qui ci sono stati scarichi del tunnel) e da un ripristino vegetazionale con cipressi ed oleandri. Un ripristino «soft» (muretti e cura delle piante) riguarderà poi tutta la passeggiata fino alla Casa Rossa, dove è prevista la prima novità: una piccola serra di vegetazione tipica lacustre. A seguire, sotto i muraglioni di contenimento della Gardesana, è previsto poi lo spostamento sotto costa della passeggiata, per consentire la posa di un filare di cipressi. Sparirà invece l’orrendo pontone di attracco della Navigarda, sostituito da un pontile più tradizionale. Giunto finalmente all’attuale «mucchio selvaggio», il nuovo Lungolago D’Annunzio disegnato da Donatini presenterà gli interventi più radicali ed interessanti.Una chicca estetico-culturale sarà la realizzazione di una limonaia: copia perfetta (o quasi) di una delle tantissime culture a gradoni che caratterizzavano il Garda fino ai primi anni dell’ultimo Dopoguerra e che sono poi via via scomparse. Ci sono documenti che mostrano che una limonaia, fino ai primi del Novecento, era presente anche dve ora c’è la Centrale. Il progetto Donatini la ripropone, aggiungendo anche un mini-museo di documenazione.Ultimo atto la copertura delle bocche di scarico della centrale con una piattaforma pavimentata. Sotto, fuori dalla vista, l’Enel è praticamente «invitata» a posizionare una sorta di «inghiottitore» delle famigerate schiume.
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La Giunta imprime una brusca accelerata al progetto dell'architetto Lucio Donatini sulla sponda ovest verso Brescia
Il recupero prevede «vani tecnici» per nascondere lo scarico Enel