lunedì, Febbraio 24, 2025
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Alla «Campagnola» di Salò l'altra sera una delegazione guidata dall'assessore provinciale al Turismo Ermes Buffoli ha festeggiato il successo

Lo spiedo bresciano trionfa «in trasferta» nella contesa toscana

Alla «Campagnola» di Salò l’altra sera una delegazione guidata dall’assessore provinciale al Turismo Ermes Buffoli ha festeggiato il successo della squadra bresciana su quella toscana nella disfida degli spiedi. Tutto è cominciato al «Salone del gusto» di Torino, quando «i nostri» sono stati provocati da un gruppetto di senesi sulla bontà dello spiedo. «Abbiamo insegnato a tutti come far da mangiare – assicuravano -. Verso la metà dell’Ottocento i cuochi di Altopascio, Fucecchio, Greve in Chianti e Chiesina Uzzanese vennero in Lombardia, e si inserirono nel settore dei cibi cotti, destinati a operai e piccoli artigiani, impegnati 12 ore al giorno in fabbrica o in bottega. «Chi ebbe fortuna aprì, successivamente, locali più impegnativi, proponendo piatti gustosi. I rossi (Chianti, Brunello, Morellino di Scansano, ecc.), ottenuti dai vitigni Sangiovese e Trebbiano, hanno fatto il resto, dando ulteriore sapore e sostanza. Credete forse che possiamo temere un confronto con spiedo della Valcamonica o della Valsabbia?». I bresciani hanno accettato la sfida e, nei giorni scorsi, Angelo Dal Bon, responsabile della condotta gardesana Slow Food di Arcigola, scortato da un gruppo di aiutanti di Vobarno (Antonio, Raul, ecc.), ha caricato su un’automobile un «tamburo» e, sull’altra, pezzi di pollo, maiale (codino, lombo e filetto, niente costine), burro di malga di Bagolino, patate e, ovviamente, uccellini. Senza dimenticare il Groppello della Valtenesi. Poi via, con destinazione Moltepulciano. In località Le Capezzine ci sono le cantine Avignonesi, il cui Vin Santo nel ’90 ha raggiunto i 100/100 nella guida Usa «Wine spectator», considerata una bibbia a livello mondiale. Dal Bon e i suoi hanno cominciato ad accendere le brace alle ore 15, andando avanti più di cinque ore. I toscani, guidati da Nanni Ricci, sicuri del fatto loro, si sono presentati alle 18.30. E sull’attrezzo realizzato da un ingegnere locale, su uno dei progetti di Leonardo da Vinci, hanno messo fegatelli (da un lato) e filetti di cinta senese (dall’altro), dando grandi fiammate. Due giri, stop, e una vampata. Alle 20.30 tutti a tavola. La giuria, composta da un assessore regionale, dal sindaco di Montepulciano e da esperti, non ha avuto dubbi nell’esprimere il verdetto: lo spiedo bresciano è nettamente il migliore. Così alla squadra di Dal Bon, uno che ha preparato (a Roma) il pranzo al re del Marocco e (a Gardone Riviera) al cancelliere tedesco Schroeder, è andata in regalo l’ultima bottiglia di Vin Santo ’90. Che Antonio, Raul e c. si sono bevuti lungo il viaggio di ritorno. L’altra sera il vuoto troneggiava sulla madia, mentre Buffoli applaudiva l’impresa, conferendo ad Angelo l’onorificenza di «ambasciatore dello spiedo bresciano».

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