domenica, Dicembre 22, 2024
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Dopo il decreto che mette in vendita le caserme La Rocca e XXX Maggio, Forte Ardietti e Borgo Secolo interviene Chincarini. E l’amministrazione locale avvia l’iter per il calcolo del valore catastale

«Lo Stato paghi l’Ici sugli immobili»

Ci sono anche le caserme La Rocca, XXX Maggio, l’ex deposito munizioni di Forte Ardietti e il magazzino Borgo Secolo tra i 201 immobili oggetto del primo dei quattro decreti con cui lo Stato mette in vendita parte del suo patrimonio immobiliare. Si tratta di beni definiti «non più utili a fini istituzionali», per un valore complessivo di un miliardo. L’importo è calcolato sulla stima che era stata fatta proprio al momento in cui Roma aveva deciso la dismissione e il trasferimento delle proprietà dal ministero della Difesa a quello dell’Economia attraverso l’agenzia del Demanio.Quella stessa stima assegna alla caserma Rocca di Peschiera un valore di 1.544.000 euro, 3.530.000 per la XXX Maggio e 1.291.000 per Borgo Secolo, non è definito l’importo per Forte Ardietti.Borgo Secolo è l’unica area, tra quelle del territorio arilicense, a non essere sottoposta a vincolo monumentale: la XXX Maggio e la Rocca, infatti, sono ubicate nel centro storico della piazzaforte austriaca oggetto di tutela nel suo insieme; per Forte Ardietti, invece, si attende risposta alla richiesta di vincolo avanzata da Peschiera e Ponti sul Mincio (Mantova), i due Comuni su cui insiste la costruzione. La firma del decreto per il passaggio di questo primo lotto di immobili non ha smosso particolarmente il sindaco di Peschiera, Umberto Chincarini, che ribadisce trattarsi di «Cose che andranno per le lunghe. La pubblicazione di questo elenco, infatti, è solo un altro passo dell’iter avviato nel 2005. In attesa di questi movimenti, invece, siamo noi ad aver chiesto all’agenzia del Demanio quali sono i valori catastali dei beni di proprietà dello Stato che si trovano a Peschiera in modo da poter calcolare l’Ici che devono pagare».E calcolando anche il 4 per mille, moltiplicato per valori che superano il milione e per gli anni arretrati, si ottengono cifre che potrebbero fare gola al bilancio di un Comune.Chincarini aveva sollevato alcuni mesi or sono la questione dell’Ici non pagata per edifici di proprietà delle istituzioni, dalla Regione allo Stato. Anche perché la Finanziaria impone ai Comuni di aggiornare i valori degli immobili di categoria catastale B, ovvero quelli destinati a finalità di interesse pubblico. Tra questi figurano anche collegi, ospizi, caserme, case di cura, ospedali, prigioni, uffici pubblici, scuole e musei.«Dunque anche tutti gli edifici storici di proprietà dello Stato, per i quali abbiamo chiesto agli uffici competenti come erano stati accatastati. A febbraio», ricorda il sindaco, «l’Area catasto e fabbricati dell’Agenzia del territorio di Verona ci ha detto che a loro non risultano accatastamenti per questi beni. Ovvero, sanno che ci sono e dove sono ma non sono mai stati accatastati. Questi signori ci hanno, quindi, invitato a rivolgerci direttamente al Demanio, che ora è a Vicenza dato che l’agenzia di Verona è stata chiusa».E a Vicenza Peschiera ha già presentato richiesta di un colloquio. «Lo abbiamo fatto perché desideriamo seguire alla lettera l’iter ufficiale anche se ci sono giunte notizie non ufficiali sul fatto che le pratiche di Peschiera non siano a Vicenza bensì a Venezia. In ogni caso, attendiamo di avere notizie certe sugli indici catastali di questi beni».«Se queste informazioni non arriveranno», sottolinea Chincarini, «vorrà dire che inizieremo ad accertare l’Ici facendo riferimento al valore assegnato agli immobili nell’elenco emanato a suo tempo dallo Stato».

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