domenica, Dicembre 22, 2024
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Sì della Regione al complesso, sostenuto dal Comune, nonostante il parere negativo della Provincia. Il sindaco: «Importante passaggio positivo». I negozianti: «Vogliamo capire»

Lonato, decolla il progetto Campagnoli

Dopo tre conferenze dei servizi e due rinvii, il Centro commerciale del Garda – progettato dalla società Cedro 99 srl ai Campagnoli di Lonato – ha ottenuto il definitivo via libera. La valutazione positiva è arrivata ieri mattina dalla Regione Lombardia, che ha quindi sciolto le ultime riserve sui problemi ambientali legati alla zona, che si trova lungo la statale Desenzano-Castiglione. Il nuovo e tanto discusso centro commerciale sorgerà nell’area occupata da un grande allevamento avicolo dismesso, a due passi dal South Garda Karting. Una buona notizia per il sindaco lonatese Morando Perini e per l’Amministrazione comunale, che ricaverà dall’operazione circa 5 milioni di euro; sorpresa, perplessità e amarezza si respira invece negli ambiente dell’Associazione commercianti. Molto dura, infine, la reazione della Confesercenti, che aveva contrastato a spada tratta il progetto, sostenuto solo dal Comune e, da ieri, dalla Regione. «Si tratta di un importante passaggio positivo – sottolinea il sindaco Perini – che prima di un approfondito commento necessita della lettura dei verbali della riunione. Ovviamente, siamo soddisfatti perché – come più volte detto – dagli oneri recuperati dall’intervento, ma sarà da vedere quando, si potranno dare nuovi imput alle opere pubbliche, in particolare al Piano di recupero del centro storico». Ricordiamo che solo il Comune di Lonato aveva espresso in sede di conferenza il proprio parere favorevole all’ipermercato dei Campagnoli. Una delibera datata 2 luglio era stata infatti adottata dalla Giunta di centrosinistra proprio per recepire il nuovo progetto della «Cedro 99». Le novità rispetto a quello precedente – bocciato da Provincia e Regione e sul quale pende comunque un ricorso promosso dalla stessa società – sono sostanzialmente due. Innanzitutto la riduzione della superficie di vendita, che passa da 35.000 mq a poco più di 28.000 mq (7.000 alimentari e 21.000 non alimentari), il che costituisce un ulteriore sensibile passo indietro rispetto al progetto iniziale del ’99, che parlava di oltre 70 mila metri quadrati. Poi il concetto di struttura di vendita che non nasce come insieme di nuove attività commerciali, ma come concentrazione di un centinaio di esercizi di vicinato, già operanti nella zona. Il nuovo progetto è stato approvato nonostante il ripetuto voto negativo da parte della Provincia, che aveva sollevato eccezioni per la viabilità della zona, influenzata dall’insediamento commerciale proposto e dalla vicinanza del casello autostradale di Desenzano, per la qualità ambientale, a causa della vicinanza di un sito contaminato (l’ex cava del Traversino). Perplessità, amarezza, delusione ma non rassegnazione arriva dall’Ascom di Lonato: «Vogliamo vedere i verbali per capire come, nonostante la valutazione negativa espressa dalla Provincia – spiega il dirigente Mario Pace – la Regione sul tema ambientale abbia potuto cambiare opinione. Quali condizioni sono state poste ai Comuni di Lonato, Desenzano e, sembra, alla stessa società Serenissima, per poter attuare l’intervento? Vogliamo capire e ci riserviamo di intervenire in tutte le sedi opportune. Rimane comunque l’amaro in bocca, perché questa decisione apre di fatto l’espansionismo dei centri commerciali in contraddizione con quanto detto dalla Regione di voler contenere il fenomeno..». Su questa nuova maxi struttura di vendita si sono espressi in modo contrario un po’ tutti i Comuni limitrofi a Lonato. Lo stesso sindaco di Desenzano, Fiorenzo Pienazza, aveva partecipato al penultimo incontro di conferenza; pareri negati per iscritto erano stati inviati da Castiglione, Pozzolengo e Montichiari. Contraria da sempre, oltre all’Ascom, anche l’altra sigla sindacale, cioè Confesercenti. Ricordiamo che la «telenovela» dei Campagnoli era stata avviata nel novembre 1999 con l’adozione del piano di lottizzazione, quando l’Amministrazione leghista guidata da Mantovani – sull’onda della protesta anti-inceneritore – si spaccò al suo interno determinando il voto anticipato.

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