Recentemente, ad opera della ditta Inzoli-Bonizzi di Crema, è stato restaurato l’organo Antegnati-Serassi dello stupendo Duomo di Salò, uno dei «gioielli» architettonici del lago di Garda. Il primo organo del meraviglioso Duomo di Salò risale al 5 giugno del 1489. Dai documenti storici di quel periodo, nel quale Salò era la sede della Magnifica Patria sotto la dominazione della Serenissima Repubblica di Venezia, risulta dal contratto stipulato dalla fabbrica del Duomo con il maestro organaro Baldassare Teutonico, che l’organo fu voluto dai componenti della commissione con votazione segreta mediante l’introduzione di palline in apposite urne (balotte in busola). Tutti furono d’accordo e le palline furono depositate nell’urna bianca (busola alba) e nessuna in quella rossa (busola rubea). Cinquant’anni dopo, a seguito dell’aumento di prestigio della Magnifica Patria che rivaleggiava con la città di Brescia, i componenti della commissione della fabbrica del duomo di Salò, volendo farlo simile a quello del Duomo Vecchio dI Brescia, presero contatto con Giovanni Antegnati, l’artefice dello splendido strumento. A tenere i contatti fra il sommo maestro organaro e l’alloro parroco di Salò, Donato Savallo, venne «scomodato» il Moretto: il grande pittore però non riuscì a mettere d’accordo le due parti. Passeranno ancora sedici anni per raggiungere, alla fine, l’accordo che fu stipulato, però, fra il Comune di Salò con l’Antegnati e non dall’autorità religiosa. Fu stabilito fra i due contraenti che l’opera fosse terminata entro la festa di Pentecoste del 1547, ma per ragioni tecniche, l’Antegnati lo consegnò ai salodiani l’anno successivo. Nacquero delle «querelle» e, dal momento che subentrarono anche dei difetti di costruzione. Il Comune di Salò si rifiutò di pagare i trecentosei scudi d’oro pattuiti nel contratto. Antegnati mostrò subito irritazine e sdegno nei confronti del comune e la «querelle» fra le due parti ebbe termine, dieci anni più tardi, per il completo pagamento al maestro organaro della cifra stabilita. Passarono così molti decenni nei quali l’organo subì delle modifiche ad opera di valenti maestri organari come, ad esempio, Thomio Megliarini da Brescia, Graziadio Antegnati, Giovan Andrea Fedrigotti, Giovan Maria Cargnoni. Nel 1861, essendo l’organo in condizioni pessime, si decise la radicale sistemazione incaricando dell’esecuzione dei delicati lavori la ditta dei fratelli Serassi di Bergamo, che, in quel periodo, era considerata la migliore famiglia di organari in campo nazionale. I lavori ebbero termine nel 1867 ma, dopo questo radicale restauro, nel 1880, bisognò por mano ad un ulteriore intervento che venne eseguito dalla premiata ditta Pacifico Inzoli. Altri interventi vennero eseguiti nel 1905, nel 1917, nel 1924, nel 1926 e nel 1931. Infine, quella recente della ditta Inzoli-Bonizzi di Crema.
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A Salò portato a termine il restauro dell’antico strumento
L’organo del Duomo ritorna allo splendore
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